Truffa Bitcoin, promettono ricchezza immediata: la grossa rete italiana

Ancora una volta si parla di una truffa Bitcoin. La grande rete sul territorio italiano ha colpito e ha fatto molteplici vittime. Il Codacons lancia l’allarme e invita gli utenti web alla prudenza.

Siamo in un periodo dove gli hacker cercano di insinuarsi nei dispositivi degli utenti web in ogni modo. La rete ha concesso da una parte tanti vantaggi ma dall’altra degli svantaggi che stanno diventando sempre più presente. In Italia, a tal proposito, ci sono stati tanti casi segnalati di una truffa Bitcoin.

Truffa Bitcoin
Internet tutto gratis (Canva)

Le piattaforme della rete sono state assorbite anche dai truffatori. Quest’ultimi hanno avuto la capacità di adeguarsi ai tanti cambiamenti. Portando quello che facevano nella realtà, nell’ambito virtuale. In questo particolare caso, hanno proprio approfittato di una delle derive che la tecnologia ha, di fatto, permesso la nascita e la crescita: i Bitcoin.

L’interesse per le criptovalute è sempre più aumentato. Soprattutto in una particolare zona d’Italia. La stessa che ha visto molteplici vittime di truffa con questo stampo. Negli ultimi mesi, infatti, i cyber criminali hanno svuotato il conto di moltissime persone. Le stesse che sognavano un guadagno immediato, hanno visto non solo che questo non è possibile ma hanno concesso fiducia a chi non dovevano.

Truffa Bitcoin, almeno 30 casi a Modena: la frode a cui stare attenti

Come ben sappiamo, i truffatori hanno l’obiettivo prima di recuperare le informazioni delle vittime e poi di svuotare il conto. Come segnalato da Il Resto del Carlino, i cyber criminali si muovono tramite l’hackeraggio di profili di Instagram o Telegram. Dopo aver eseguito tale passaggio, vanno a proporre degli investimenti sostanziosi. In alcuni contesti, passano al contatto telefonico.

La proposta che si fa alla vittima è quella di un portafoglio virtuale. Proprio su questo argomento tanti cittadini di Modena sono cascati nell’inganno. Loro hanno inviato i documenti per far sì che si attivasse la piattaforma apposita. In genere, la prima richiesta è di 250 euro, circa. Alla seconda, i truffatori iniziano ad alzare la cifra. Lo fanno sottolineando alla vittima che il guadagno c’è già stato e, quindi, suggeriscono di aumentare la somma destinato all’investimento.

Il primo problema sorge quando le vittime eseguono bonifici che finiscono in Belgio, Lituania, Germania. Quando arriva, poi, il momento dell’incasso, con somme sulla piattaforma sempre più alte, questi spariscono e non arriva nulla sul proprio conto. In questo momento, i truffatori fanno una nuova richiesta alla vittima: quella di fare un altro bonifico per sbloccare i fondi investiti in Bitcoin. Questi, in modo del tutto “casuale”, sarebbero stati fermati. Ma dopo l’ultimo bonifico, i criminali fanno perdere le proprie tracce.

Solo per la Regione di riferimento, sono partite denunce per una cifra vicina ai 4 milioni di euro. Tutti soldi investiti in piattaforme, fasulle, di criptovalute. Al momento, le indagini della polizia sono in corso. Anche se, rimanendo in tema, ci sono delle piattaforme del tutto sicuro su cui investire. Queste sono indicate nel sito Consob. La stessa che invita ai cittadini di fare molta attenzione.

Le denunce ricevute dal Codacons

Sempre da quanto riporta il Resto del Carlino, Fabio Galli del Codacons ha svelato di come la cifra iniziare richiesta fosse di 250-300 euro. In un secondo momento, questa poteva anche diventare di 10.000 euro. Alcuni, racconta, ha ricevuto anche una chiamata da un presunto esponente di Stato. Lo stesso, nella chiamata, parlava di investimenti senza pagare le tasse. Una violazione che si sarebbe tolta dopo il pagamento di una multa.

Quindi, questa truffa ha allargato il suo bacino procedendo con una doppia frode. Altro scenario arriva da una denuncia di un cittadino che tramite Facebook ha visto un’associazione che offriva prestiti. In quel caso ha perso ben 20.000 euro. Ed è proprio sui social che possono avvenire certe situazioni. Qualche giorni fa, un uomo alla ricerca di prestiti per cure mediche ha perso 4.000 euro. Insomma, il consiglio è sempre quello di non fidarci di tutto che vediamo in rete.

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