Nuovo incentivo del Governo: 30 giorni per fare domanda, l’aumento dello stipendio sarà pari al 9,19%

L’articoli 1, comma 286 della legge di Bilancio 2023 ha introdotto un incentivo collegato alla pensione anticipata Quota 103, il bonus Maroni.

Si tratta di uno sgravio contributivo che comporta un aumento dello stipendio netto destinato ai lavoratori dipendenti prossimi alla pensione anticipata.

meloni
Meloni ansa foto

Infatti, detti lavoratori pur maturando i requisiti per andare in pensione con Quota 103 decidono di non richiedere il pensionamento anticipato e rimanere a lavorare fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia. Ecco nel dettaglio cosa sapere.

Bonus Maroni: il modo per chi non vuole lasciare ancora il lavoro

A breve nella Gazzetta Ufficiale sarà pubblicato il decreto attuativo sul nuovo bonus Maroni l’incentivo che i dipendenti possono ottenere invece di andare in pensione con Quota 103. Questa è una tipologia di pensionamento anticipato che permette di accedere alla pensione con 62 anni di età e 41 anni di contributi versati. L’importo dell’assegno è calcolato fino a dicembre 1995 con il sistema retributivo, poi dal gennaio 1996 con il sistema contributivo.

Coloro che sceglieranno il bonus Maroni e, quindi, di continuare a lavorare avranno un aumento della retribuzione netta in busta paga. Questo sarà possibile perché non dovranno più versare la loro quota di contributi INPS. L’aumento dello stipendio sarà pari al 9,19% anche perché potranno rinunciare alla quota del contributo invalidità, vecchiaia e superstiti (IVS). Questo contributo di solito è trattenuto sullo stipendio dal datore di lavoro che poi lo versa all’INPS; quindi, non versandola più rimane in busta paga.

Al raggiungimento della pensione di vecchiaia l’importo sarà quello maturato alla data della prima scadenza, ovvero quella del raggiungimento dei requisiti per Quota 103: in pratica, vi è una sorta di cristallizzazione dello stipendio.

Bisogna precisare, però, che il bonus non è automatico. In effetti come stabilisce il decreto attuativo il lavoratore dipendente dovrà presentare una apposita domanda all’INPS. Poi dopo 30 giorni, l’Istituto previdenziale comunicherà al lavoratore il raggiungimento dei requisiti e al datore di lavoro l’intenzione del dipendente di restare a lavoro.

Comunque sia, dopo la pubblicazione del decreto attuativo nella Gazzetta Ufficiale, l’INPS pubblicherà un comunicato con le istruzioni operative.

Impostazioni privacy