Eredità, la tassa di cui poco si parla: rischia di costarti un capitale

Se hai ricevuto un’eredità di beni mobili, immobili, diritti reali o denaro: fai attenzione all’imposta di successione!

Ricevere un’eredità fa sempre piacere, sebbene sia legata alla perdita di una persona cara. Tuttavia, l’ordinamento giuridico italiano prevede una serie di regole da conoscere. Tra queste vi è anche l’imposta di successione e la dichiarazione utilizzata per il calcolo.

mano che firma un testamento, con timbri e sigilli
Internet tutto gratis – Hai ricevuto un’eredità?

In base a quanto stabilito dall’Agenzia delle entrate, gli eredi che hanno ricevuto in eredità beni mobili, immobili, diritti reali o denaro devono versare la tassa di successione. Questa viene calcolata sulla base di una serie di dati inseriti nella dichiarazione da consegnare all’ente. Così facendo si crea la base imponibile, a partire dalla quale avviene il calcolo.

Una volta che l’Agenzia delle Entrate ha fissato l’importo da versare, a titolo di tassa di successione, gli eredi ricevono una notifica con avviso di liquidazione.

Scopriamo come avviene il calcolo della tassa di successione e come funziona l’intero meccanismo.

Hai ricevuto un’eredità? Ecco tutto quello che devi sapere

Ricevere in eredità bene del patrimonio mobiliare o immobiliare del defunto determina una serie di obblighi da parte dell’erede.

Innanzitutto è opportuno distinguere tra due tipi di successione:

  • Testamentaria, ovvero regolata da un testamento redatto e sottoscritto dal de cuius.
  • Legittima, quando non è presente un testamento scritto e la successione viene regolata dalle leggi in vigore.

A prescindere dal tipo di successione, ordinamento giuridico italiano prevede il pagamento delle cosiddette tasse di successione. Si tratta di adempimenti fiscali, che gli eredi sono tenuti a onorare. Inoltre, occorre fare attenzione anche alle detrazioni fiscali per bonus edilizi, che seguono regole ben precise in materia di successione.

In base alle regole attualmente in vigore, ad un anno dall’apertura del procedimento di successione, gli eredi devono trasmettere all’ufficio competente dell’Agenzia delle Entrate la cosiddetta dichiarazione di successione.

Si tratta di un documento che raccoglie una serie di informazioni relative ai beni ottenuti in eredità. Grazie a tale documento il fisco ha la possibilità di effettuare un calcolo che stabilisce la base imponibile a partire dalla quale si applica l’aliquota che determina l’imposta di successione.

Nella dichiarazione di successione sono indicate informazioni come le generalità dei successori e la descrizione dei beni oggetto della successione.

La compilazione del documento e la consegna all’ufficio competente dell’Agenzia delle Entrate è un adempimento necessario per poter disporre dei beni ricevuti dal de cuius.

In ogni caso, è opportuno ricordare che l’imposta di successione è dovuta dagli eredi e dai legatari In maniera proporzionale. Ciò vuol dire che l’aliquota di calcolo viene applicata in base al grado di parentela o di affinità dell’erede e del legatario.

Aliquote applicate per l’imposta di successione

All’eredità ricevuta per causa di morte si applicano le seguenti aliquote per l’imposta di successione:

  • 4% per coniuge e parenti in linea retta da calcolare sul valore eccedente un milione di euro;
  • 6% per fratelli o sorelle da calcolare sul valore eccedente €100.000;
  • 6% da colore totale per tutti i parenti fino al quarto grado, nonché gli affini in linea collaterale fino al terzo grado;
  • 8% da calcolare sul valore dell’eredità per tutte le altre persone.

Se l’erede è una persona portatrice di handicap grave, riconosciuta dalla legge numero 104 del 1992, l’imposta si applica al valore che supera 1.500.000 l’euro.

Come si calcola la base imponibile

Se hai ricevuto un’eredità , devi sapere che per applicare l’aliquota che determina l’imposta di successione, è necessario individuare con chiarezza la base imponibile. Questa è data dal valore dei beni lasciati in eredità dal defunto.

In particolare, la legge individua il cosiddetto attivo ereditario al quale va sottratto il passivo ereditario, ovvero eventuali debiti o oneri deducibili.

In ogni caso, l’attivo ereditario è dato da:

  • Beni immobili e diritti reali immobiliari;
  • Aziende, navi e aeromobili;
  • Azioni e obbligazioni, titoli, quote sociali, rendite e pensioni;
  • Crediti;
  • Altri beni come denaro, gioielli, mobili e così via.

Le passività deducibili dall’asse ereditario, invece, sono costituite da:

  • Debiti del defunto esistenti alla data di apertura della successione;
  • Spese mediche e funerarie in misura non superiore a 1032,91 euro;
  • Eventuali imposte pagate ad uno stato estero in dipendenza della stessa successione.

È, poi, previsto il pagamento di imposte ipotecarie e catastali che fanno riferimento ai beni immobiliari e ai diritti reali immobiliari. Tali imposte sono pari al 2% e al 1% del valore degli immobili, con un versamento minimo di 200 euro, per ciascuna imposta, a prescindere dal valore dell’immobile.

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