Reddito di cittadinanza arriva lo stop, ma niente paura: c’è il sostituto

Il 2023 sarà l’anno in cui il reddito di cittadinanza vedrà ultimata la sua corsa. Per i tanti percettori, però, arriverà una misura a sostituirlo. Vediamo nei dettagli di cosa si tratta.

In questi ultimi anni, il reddito di cittadinanza è stata una delle misure più dibattute in assoluto. Tale sostegno si appresta a vivere i suoi ultimi mesi e sarà sostituito da un’altra misura pensata dall’attuale esecutivo di centro-destra.

Reddito di cittadinanza, Mia
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Durante la campagna elettorale, tanti esponenti del centro-destra avevano parlato di abolizione totale e immediata. Scenario che non si è verificato dato che la cancellazione del reddito sta avvenendo in maniera progressiva. Infatti, questo sarà disponibile per tutto il 2023 e la domanda potrà essere fatta entro la fine di agosto 2023.

Dal 2024, quindi, non ci sarà più il reddito di cittadinanza ma questa misura sarà sostituita già nel corso dell’anno da Mia, misura di inclusione attiva che andrà a dividere i beneficiari in due categorie: persone occupabili e persone non occupabili. Entriamo nel merito della nuova misura che coinvolgerà tantissimi cittadini italiani.

Mia prende il posto del reddito di cittadinanza, come funziona? Sostegno da massimo 500 euro

Già in questo 2023 molti percettori del reddito di cittadinanza hanno visto volare via la misura, con questo cambiamento molto potrebbe cambiare per le persone occupabili. L’importo, infatti, per loro sarà di 375 euro mentre per le persone non occupabili la cifra sarà di 500 euro con la possibilità di ricevere, in caso in cui vivessero in affitto, un piccolo extra che può arrivare a 280 euro.

Per ricevere la misura bisogna vivere in Italia e avere tutti i permessi di soggiorno in caso in cui il diretto interessato fosse un cittadino non italiano. Ad aggiungersi anche l’ISEE che vede la soglia scendere per Mia. Dai 9.360 euro per il reddito si dovrebbe arrivare ai 7.200 euro per la nuova misura.

A variare anche la durata che per gli occupabili è di un anno mentre per le famiglie in cui ci sono occupabili, la misura ha durata di 18 mesi. La misura di inclusione attiva non potrà essere richiesta con le stesse modalità del reddito, per i non occupabili la seconda richiesta porta ad una misura con durata di un anno mentre per fare una terza richiesta bisognerà attendere 18 mesi. Per i non occupabili, famiglie con anziani e persone con handicap, dalla seconda richiesta la scadenza sarà di un anno e bisognerà attendere un mese per richiederla nuovamente.

Presto questo provvedimento potrebbe diventare legge e la domanda dovrà essere fatta in modo telematico. L’erogazione, invece, avverrà dopo che si saranno svolti i controlli da parte dell’INPS e dell’Agenzia delle Entrate. Per chi ha persone non occupabili, saranno i Comuni ad indicare strutture di inclusione sociale mentre gli occupabili dovranno firmare un patto per il lavoro. In quest’ultimo passaggio, si potrebbe fare riferimento alle società del lavoro fornendo a loro un incentivo per ogni disoccupato che troverà un’occupazione.

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