Naspi, rischio perdita: la comunicazione dell’INPS

L’INPS, tramite una circolare, ha chiarito il quadro in merito alla fine del rapporto di lavoro arrivata in maniera del tutto involontaria. In alcuni casi rischi di perdere la NASpI.

La perdita di un lavoro porta il professionista ad aver accesso all’indennità di disoccupazione, meglio conosciuta come NASpI. Una recente circolare INPS, però, ha messo in luce una situazione dove è presente il rischio perdita di tale indennità.

Rischio perdita Naspi
Internet Tutto Gratis

Il principio che è alla base della NASpI resta immutato ma l’ente ha voluto far luce sulla situazione di fine rapporto lavorativo derivato da dimissioni per giusta causa. In questo scenario, il lavoratore deve stare attentissimo alle tempistiche che poi lo porta a fare domanda per l’indennità di disoccupazione.

Lo stesso Istituto, in materia di dimissioni per giusta causa rimanda alle istruzioni che si sono diffuse nel corso degli anni, si parla delle circolari numero 97/2003 e numero 163/2003. Ora questo campo viene aggiornato tramite la circolare numero 21 del 10 febbraio 2023. Vediamo, quindi, quando le dimissioni per giusta causa conducono alla NASpI.

Rischio perdita della NASpI per dimissioni per giusta causa: l’iter da seguire

Partiamo con il dire che l’apertura della liquidazione giudiziale non conduce al licenziamento ma si prevede che il rapporto di lavoro resti sospeso fino a quando il curatore non stabilisca il recesso. Dunque, l’INPS, in merito di NASpI, ha sottolineato che le dimissioni arrivate nel periodo di sospensione devono intendersi come giusta causa e con effetto attivo dal via della liquidazione giudiziale.

Dalla recente circolare si comprende che le dimissioni del dipendente non devono entrare nell’ottica della giusta causa ma rientrano nel quadro di perdita involontaria della professione. Questo, rispettando i requisiti, può avere accesso all’indennità di disoccupazione andando a rispettare le tempistiche necessarie per la domanda.

Perdita indennità di disoccupazione per giusta causa: attenzione ai tempi

Abbiamo in precedenza sottolineato come le dimissioni per giusta causa vadano ad avere la lor valenza dalla liquidazione giudiziale che porta ad un effetto retroattivo rispetto alla data in cui vengono presentate. Da qui la disposizione del legislatore che parla di domanda da presentare entro 68 giorni dalla fine del rapporto.

Se, invece, abbiamo dimissioni con una sentenza in atto, lo stesso termine per la domanda per la NASpI scatta dal momento in cui il lavoratore presenta le dimissioni e non quando finisce il rapporto lavorativo.

Inoltre, L’Istituto ha precisato che lo stesso arco temporale per presentare la domanda sia messo in atto anche in queste due situazioni: recesso da parte del curatore dal momento in cui la comunicazione dello stesso sia arrivata al dipendente; in caso in cui ci sia la risoluzione di diritto che porta la tempistica a muoversi quando il rapporto si intende separato di diritto.

Dunque, per un lavoratore dimissionario per giusta causa è fondamentale seguire i tempi tecnici necessari per la domanda NASpI ma gli step da seguire comunicati dall’INPS per non perdere l’indennità appaiono sicuramente chiari. Così come i passaggi che riguardano un lavoratore licenziato per assenza giustificata, anche in quel caso si rischia di perdere la NASpI.

Gestione cookie