Mutuo, come gestire la rata? Le soluzioni per non pagare troppo

In ambito di mutuo, la situazione di recente si è fatta complessa. L’aumento ha toccato soprattutto chi ha sottoscritto un contratto a tasso variabile. Come risparmiare? 

Di recente, la decisione della Bce ha portato i tassi ad un livello più alto andando a palesare questo aumento nelle varie rate dei mutui sottoscritti. Il mutuo, quindi, di tanti italiani è diventato un problema impossibile da non considerare.

Mutuo rata
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Il rischio di pagare una cifra sempre più alta è altissimo e gli italiani che vivono in una situazione di regime variabile vogliono correre ai ripari. Anche perché, il parametro Euribor sembra voler seguire la strada tracciata dalla Banca Centrale Europea. Tra l’altro, il mese di marzo vedrà un aumento di altri 50 centesimi.

La strada del mutuo variabile, quindi, si fa sempre più ostica e complessa vedendo l’attuale momento storico dal punto di vista economico. Ma come risparmiare? Ci sono alcune strade che possono permetterci di ridurre la rata e preservare i nostri risparmi.

Mutuo variabile, rata troppo alta? Dalla surroga alla rinegoziazione, le strade del risparmio

Per arginare la rata sempre più crescente di un mutuo variabile ci sono tre soluzioni da poter mettere in campo: la surroga, cambiare il tasso da variabile a fisso facendo riferimento alla legge presente nella manovra di bilancio 2023, la rinegoziazione su base volontaria. In teoria, quest’ultima sarebbe la più interessante da utilizzare anche se, dall’altra parte, è quella con meno probabilità di successo.

Surroga e rinegoziazione: due piani simili

Sia la surroga che la rinegoziazione presentano dei costi molto simili. La prima può toccare un tasso di 20 centesimi in più come la rinegoziazione può toccare un tasso di 20 centesimi in meno. La surroga, al non verificarsi della rinegoziazione, permette di spostare quanto sottoscritto ad un altro ente, in questo caso non ci sono costi aggiuntivi ma solo la tassa di iscrizione nei registi immobiliari che ha un costo di 35 euro.

La rinegoziazione, però, ha un tasso che viene sancito per legge e si calcola tramite l’Eurirs di durata prossima al residuo del mutuo con lo spread che viene attivato sulla misura variabile. Le banche non possono dire no solo se si verificano queste tre condizioni: mutuo iniziale sotto i 200.000 euro; ISEE che non supera i 35.000 euro; nessun ritardo nei pagamenti. Senza questi requisiti, l’istituto non ha nessun obbligo alla rinegoziazione.

Si può anche trovare un accordo per estendere il mutuo fino ad una soglia di massimo 5 anni. Questa estensione, però, può palesarsi solo se non si vada a superare i 25 anni.

Sono due soluzioni, quindi, che posso essere messe in campo in qualsiasi momento. Ma attenzione al mese di febbraio dove la scelta del mutuo deve basarsi tramite strumenti che ci danno la possibilità di non sbagliare.

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