Mutuo a febbraio, fisso o variabile? Gli strumenti per non sbagliare

L’acquisto di una cassa passa dalla scelta di un mutuo. Se a tasso fisso o variabile, lo dirà la condizione del mercato. Qualche parametro va però tenuto in considerazione.

La variabilità del mercato immobiliare non sempre rende semplice capire quando sia, realmente, il momento migliore per acquistare un immobile.

Mutui tasso fisso variabile
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Anche se, a guardare l’andamento economico degli ultimi anni (dalla pandemia in avanti ma in parte anche prima), sembra quasi che il momento giusto possa non arrivare mai. Il punto è che, per quanto sia un passo estremamente importante in ottica futura, l’acquisto di una casa non può essere considerato un vero e proprio investimento. In quanto, a conti fatti, rappresenta un costo per l’acquisto di un valore duraturo, corredato da varie spese, senza rientri economici. Per questo il monitoraggio del mercato è fondamentale: acquistare alle condizioni giuste limiterebbe l’esborso e permetterebbe di gestire i pagamenti di un mutuo sulla base dei migliori tassi possibili. Uno scenario che, al momento, consente pochi virtuosismi visti i tassi di interesse attuali.

Per trovare l’occasione giusta, l’unico strumento possibile è la comparazione. E non tanto quella di portali online per la definizione di mutui in forma approssimata (poi radicalmente diversi al momento di fare i conti con la banca) quanto attraverso le banche stesse. Le quali, a grandi linee, mettono a disposizione dei clienti la possibilità di avere un quadro complessivo sull’offerta di mutuo prescelta e, soprattutto, se a determinate condizioni convenga più un tasso di tipo fisso oppure uno variabile. Di fatto, il vero dubbio per chi si appresta all’apertura di un contratto di mutuo, non solo per le caratteristiche specifiche dei due sistemi ma anche per la possibilità che l’uno o l’altro risultino convenienti a seconda del mutare delle condizioni di mercato, oltre che economiche globali.

Mutuo, le offerte di febbraio: quale conviene di più e con quale tasso

Alcune banche permettono di verificare disponibilità preliminari già semplicemente inserendo dei dati generici. Tuttavia, alcuni simulatori (come Mutui Online) risultano piuttosto affidabili, se non altro per avere un quadro complessivo della situazione. A gennaio, ad esempio, a un’occhiata preliminare il tasso variabile sarebbe risultato più conveniente. Nonostante alla fine del 2022 il rialzo dei tassi avesse danneggiato perlopiù i contraenti con un mutuo a tasso variabile, l’asticella del mercato risulta estremamente influente per la determinazione delle varie condizioni. E per determinare la rata del mutuo. Al 30 gennaio, tanto per fare un esempio, Banca Credem risulta in posizione privilegiata per quel che riguarda l’acquisto di una prima casa, con un tasso di interesse al 2,98% (fisso) e al 2,84% (variabile), per una rata mensile rispettivamente a 420,53 e 413,02 euro, con Taeg al 3,31% e 3,11%.

Occhio però anche a BPER Banca, la cui offerta mette in condizioni più vantaggiose i giovani under 36. Per costoro, il tasso fisso con finalità d’acquisto e la possibilità di garanzia fino al 100% grazie al Bonus prima casa. Il tasso finito supera il 3%, con Taeg al 3,65% e rata mensile variabile. Comunque poco al di sotto dei 600 euro su una durata trentennale. Tassi superiori al 3% anche per Webank, che diversifica però l’offerta a seconda delle esigenze dell’acquirente. Interessante l’opportunità con un mutuo fisso “green”, con tassi fissi tra il 3,33% e il 3,45%, che scendono tra il 3,14% e il 3,27% sul variabile con opzione Green. Addirittura al di sotto del 3% (2,80%) per il variabile Green.

È chiaro che il tasso variabile, di per sé, risulti conveniente su base temporanea. Al momento, il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento posto dalla Bce si attesta (al 21 dicembre 2022) al 2,5%. Qualora mutasse ancora, come probabile, le carte potrebbero tornare a mescolarsi per chi approccia a un mutuo senza un tasso stabile. Il cui vantaggio sarebbe chiaramente la costanza.

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