Permessi retribuiti, non solo 104: ecco come si calcolano

I permessi retribuiti fanno parte dei diritti di un lavoratore. Purché il suo stato occupazionale sia configurato nell’ambito di un Ccnl.

Nell’ambito dei contratti collettivi nazionali, indifferentemente rispetto alla categoria alla quale si rivolgono, sono previste una serie di agevolazioni per i lavoratori interessati.

Calcolo permessi retribuiti
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Anzi, più che di agevolazioni si parla di veri e propri diritti, riconosciuti come forma di equità fra il servizio prestato e la necessità di provvedere alla cura di sé. In questo senso, spiccano le ferie annuali previste dalla Legge ma anche i cosiddetti permessi retribuiti, ossia dei giorni (o delle ore) aggiuntivi rispetto al periodo di riposo concordato, durante i quali sarà tuttavia mantenuta inalterata la retribuzione concordata. La regolamentazione del diritto poggia chiaramente su basi legislative. Tuttavia, a seconda del proprio contratto collettivo di riferimento, dovrà essere effettuato sia il calcolo dei permessi ai quali si ha diritto, sia comprendere al meglio le prospettive che possono farli maturare. Nei Ccnl, quindi, vengono riportate le disposizioni relative alle festività soppresse e ai “rol”, ossia i permessi retribuiti riconosciuti dal diritto del lavoro. E, in tal senso, previsti per legge.

Il concetto di fondo è del tutto simile a quello delle ferie annuali. I permessi retribuiti, infatti, maturano nel tempo in ratei mensili. Il lavoratore, in pratica, potrà procedere a un accumulo progressivo qualora scegliesse di non usufruirne per diverso tempo. Senza tuttavia perdere il diritto alla maturazione. Un circolo previsto per qualunque lavoratore inquadrato nell’ambito di un Ccnl anche se, chiaramente, figurano delle eccezioni particolari, diversamente regolamentate, nel caso in cui il lavoratore fosse disabile. In questi casi, è la Legge 104 a fissare i paletti entro i quali muoversi per il beneficio, che spetterà nella misura di tre permessi retribuiti al mese. Indennità prevista anche per i cosiddetti caregiver, ossia coloro che svolgono assistenza continuativa a un parente in condizione di disabilità. Naturalmente, tali permessi dovranno essere focalizzati in virtù delle esigenze del disabile, sia in un caso che nell’altro.

Permessi retribuiti, come maturano e come verificare il saldo

A differenza delle ferie, i permessi rappresentano un diritto maturabile non direttamente connesso al recupero delle energie psico-fisiche. Quantomeno non a livello legislativo. Il permesso, infatti, rappresenta una casistica a parte, in quanto inquadrato unicamente nell’ambito dei Contratti collettivi. Questo significa che, pur esistendo un contesto normativo generale, sarà la propria disciplina contrattuale a regolamentare le modalità di fruizione. Come detto, esiste tuttavia una linea guida generale, anche per ciò che concerne le denominazioni delle differenti tipologie dei permessi. Nello specifico si parla di:

  • Riduzione Orario di Lavoro (ROL);
  • Festività soppresse (permessi introdotti in luogo di festività nazionali non più in vigore).

Il processo di quantificazione è speculare fra le due opportunità di permesso, sempre in base alla regolamentazione prevista dal Ccnl di settore. Ad esempio, per il settore del Commercio vige la possibilità di richiedere fino a 104 ore annue di permesso, qualora l’azienda presso cui si lavora abbia più di 15 dipendenti. Cifra che, ripartita in mensilità, risulta pari a 8,66 ore maturabili. Ancor più nel dettaglio, il Ccnl Commercio prevede 32 ore di permessi per festività soppresse e 56 ore per ROL, con estensione a 72 per aziende da 15 lavoratori in su.

Utilizzo o monetizzazione

Un tratto in comune con le ferie, invece, risulta la tempistica di maturazione. I permessi, infatti, iniziano a essere accumulati dal momento dell’assunzione, maturando in ratei mensili da calcolare tramite divisione del cumulo di permessi annuo per i 12 mesi dell’anno. Nonostante la possibilità di cumulazione, i Ccnl di riferimento prevedono delle limitazioni, volte a incanalare le opportunità di usufruire dei permessi al netto delle ore maturate. Restando sul Contratto del settore Commercio, ad esempio, i permessi non utilizzati nel corso dell’anno andranno in decadenza, per poi essere monetizzati.

In alternativa, il lavoratore può scegliere di usufruirne in un momento successivo, tenendo però presente di non poter andare oltre il 30 giugno dell’anno seguente. Per verificare il residuo dei propri permessi non goduti, basterà verificare sulla busta paga, nel riquadro predisposto, dove sarà presente anche l’eventuale saldo. A ogni modo, la normativa generale non prevede la perdita del diritto acquisito: qualora il dipendente non avesse goduto dei propri permessi entro il termine previsto, questi saranno corrisposti in forma di retribuzione aggiuntiva su quanto percepito. Lo stesso avverrebbe in caso di cessazione del rapporto di lavoro.

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