Inflazione aumenta nel 2023? Le previsioni preoccupano

L’inflazione aumenterà nel 2023? È questa una delle domande più gettonate dagli italiani durante la fine d’anno. In merito sono state fatte alcune previsioni a lungo termine che riguardano anche il 2024.

È praticamente finito il 2022, un’annata complicata da un punto di vista economico. La crisi della qualità della vita ha messo in ginocchio intere famiglie ed ha colpito in maniera trasversale migliaia di persone. Proprio ricordando i mesi passati, molti italiani si stanno facendo delle domande sul futuro. E vogliono sapere se l’inflazione che ha provocato la grave crisi economica negli ultimi mesi proseguirà anche per il prossimo anno.

INFLAZIONE 2023
fonte foto: Internet Tutto Gratis

Qualche giorno fa la Bce ha annunciato l’aumento dei tassi di interesse. Una decisione che ha provocato diversi tumulti in numerosi settori. Ci sono state delle forti reazioni sia dal mondo finanziario e imprenditoriale che da quello politico. Occhi puntati anche sui tassi di inflazione, visto che l’ultimo dato nell’Eurozona ci ricorda che la pressione inflattiva è il principale problema per i mercati finanziari.

Sicuramente i dati di novembre sono un po’ più rassicuranti. Tuttavia, si è molto lontani da quanto visto negli ultimi dieci anni, dove purtroppo ci sono state delle percentuali così alte che non si vedevano dal lontano 1984. Ma per quanto tempo bisogna assistere a livelli inflazionistici così alti? A dare una risposta è stato Michele Morra, analista Portfolio Manager di Moneyfarm che ha parlato anche dell’inflazione nel 2023.

Inflazione 2023, cosa aspettarsi nel nuovo anno?

Mentre si parla del possibile aumento clamoroso della benzina nel 2023, l’analista Morra ha provato a spiegare come sarà il nuovo anno e che cosa ci dovremmo aspettare da un punto di vista inflazionistico. Lo ha fatto basandosi sui dati che sono stati registrati in Commissione Europea nell’ultimo periodo. Ed ha provato a fare una stima su ciò che potrebbe esserci.

È stato spiegato che la morsa dell’inflazione sulla nostra economia dovrebbe iniziare a rallentare poco alla vola nel 2023, per poi assestarsi quasi definitivamente nel 2024. Nonostante ciò, pare che l’inflazione rimarrà sempre alta il prossimo anno, da qui le inevitabili preoccupazioni di tante famiglie ed imprese che si troveranno a fare i conti con una nuova situazione di crisi economica.

Parliamo di una percentuale inflazionistica che tocca il 7% nell’Unione Europea e il 6,1% nell’Eurozona. Una previsione che tocca anche ciò che riguarda i consumi privati reali delle persone. A quanto pare, rallenterà anche questa e si passerà dal 3,7% nel 2022 allo 0,1% nel 2023. Per avere una risalita bisognerà attendere il 2024, dove ci sarà una percentuale stabilita all’1,5%. In cui i redditi disponibili iniziano a recuperare il potere di acquisto perduto.

Con l’inflazione molto alta, visto che è cresciuta in maniera costante per tutto l’anno 2022,  e la crescita economica molto debole ci saranno delle conseguenze nette per il nuovo anno. È, infatti, molto probabile che nel 2023 la spesa degli italiani per i consumi ristagni. Per poi riprendere a crescere nel 2024.

Inflazione alta: discesa drastica nel 2024?

Le previsioni di Morra, però, come abbiamo anticipato, non riguardano solo il 2023. Per il 2024, l’analista ha previsto una discesa dell’inflazione rispettivamente al 3% nell’Unione Europea e al 2,6% nell’Eurozona. Una bella notizia anche per quanto riguarda l’economica, visto che anche questa potrebbe tornare a crescere. Non ai livelli pre pandemia e pre guerra in Ucraina, ma sicuramente molto meglio di quelli attuali.In questo momento, il forte aumento inflattivo sta mirando e colpendo una economia globale vulnerabile.

Che è ancora in balia e alle prese con le conseguenze della crisi economica generata prima dalla pandemia e poi dell’invasione russa. In particolare, l’Unione Europea risulta essere tra le regioni non solo più colpite, ma anche più esposte al conflitto. Proprio a causa della sua vicinanza geografica, ma soprattutto della forte dipendenza dalla Russia per quanto concerne le importazioni di combustibili fossili.

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