Dati sensibili, come evitare che Google ne entri in possesso?

Uno dei più grandi timori è che Google possa entrare in possesso dei nostri dati sensibili, magari attraverso delle app

Tutti i dati che rientrano in particolari categorie, soprattutto quelli che rivelano l’origine razziale o etnica, le convinzioni religiose e filosofiche, le opinioni politiche, l’appartenenza sindacale, ma anche tutto ciò che è relativo alla salute o alla vita sessuale. Questa può essere una definizione chiara e concisa di dati sensibili. L’argomento è diventato di grande attualità a causa del fatto che, con i social e le varie applicazioni, molto spesso si è discusso di quanto la privacy potrebbe esser messa a rischio.

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Molto spesso è stata affrontata questa questione, che non può non essere definita delicata. Infatti sembrerebbe proprio che esista un pericolo e un rischio reale. Allo stesso tempo però ci sarebbe un modo per evitare che Google e le applicazioni scaricate possano avere accesso alle suddette informazioni. Ma in che cosa consiste e che cosa bisognerebbe fare? Non resta che entrare nello specifico e nel dettaglio, perché si sta parlando di un qualcosa che interessa davvero tutti.

Dati sensibili e Google, ecco cosa fare per evitare pericoli

Per capire e spiegare al meglio il tutto va detto che, molte delle applicazioni che scarichiamo, raccolgono e tracciano informazioni e tra queste, molto spesso, ci possono anche essere proprio i dati sensibili degli utenti. Ed è senza alcun dubbio questo a far creare delle preoccupazioni e a far discutere delle problematiche riguardanti la privacy e la sicurezza.

Difatti può accadere che queste app conservino nome, cognome, mail, numero di telefono e posizione geografica, ma anche su siti web visitati e ricerche effettuate su internet. Un qualcosa che poi verrà utilizzato principalmente per scopi di marketing e pubblicità. Insomma, le finalità sembrano comunque essere abbastanza chiare.

Ma come si può evitare o comunque limitare tutto ciò? Sicuramente ci sono delle precauzioni che gli utenti possono mettere in atto e in praticva con grande semplicità, rapidità e immediatezza. Per esempio alcuni smartphone permettono, nelle loro impostazioni, di controllare l’accesso delle app ai dati sensibili. Si possono dunque bloccare quelle app che si ritengono pericolose o poco sicure. Ma ciò che più conta è prestare attenzione alle varie autorizzazioni che si forniscono dopo averle scaricate sul proprio dispositivo.

Importante poi è leggere le politiche sulla privacy per cercare di comprendere come vengono utilizzati i dati raccolti. Ovviamente poi non vanno condivise informazioni strettamente personali, come il numero di carta di credito o il numero di previdenza sociale. Insomma, per evitare certi pericoli serve anche, o forse soprattutto, la solita dose di buon senso.

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