Ci sono molteplici casi che fanno rischiare ai possessori della pensione di invalidità di perderla: dai requisiti al reddito, sono molti i punti da attenzionare.
È sbagliato pensare che una volta concessa la pensione di invalidità non possa essere revocata. In merito ci sono molteplici situazioni a cui stare attenti per non perderla definitivamente.
La trafila che porta alla concessione della pensione di invalidità, soprattutto in Italia, è decisamente lunga e dettagliata. Questa minuziosità, però, non deve perdersi nel tempo soprattutto quando è lo stesso utente a dover dimostrare di essere ancora idoneo a ricevere la prestazione assistenziale.
Insomma, continuare a veder erogata la pensione è, naturalmente, possibile ma a patto che si vadano a soddisfare periodicamente determinati criteri. Andiamo, dunque, a vedere quando scatta il rischio di perdita della prestazione.
Rischio perdita pensione di invalidità, tutti i casi: dalla decadenza dei redditi fino al mancata visita di controllo
Anche in questo 2023 si confermano alcune situazioni che possono portare alla perdita della pensione di invalidità. Nello specifico, si deve porre l’attenzione su 4 scenari: Decadenza dei requisiti, mancato invio della comunicazione reddituale, trasferimento all’estero, mancata verifica di controllo.
Sospensione pensione di invalidità per decadenza dei requisiti
Per ricevere la prestazione assistenziale bisogna rispettare dei requisiti, anche perché nella valutazione rientra anche la gravità dell’handicap che viene rappresentata tramite una percentuale. Quando quelle condizioni che hanno permesso l’erogazione della pensione di invalidità non ci sono più durante un accertamento, la prestazione viene sospesa.
Mancata comunicazione reddituale
La dichiarazione dei redditi, come comunicato dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (Inps), è un requisiti fondamentale per continuare a ricevere la prestazione. Una mancata comunicazione in merito porta alla sospensione.
Chi riceve questo tipo di pensione ha come dovere il dimostrare periodicamente i propri redditi, questo perché in alcuni casi la pensione di invalidità fa reddito. La mancata comunicazione prevede fin da subito l’interruzione della stessa.
Trasferimento all’estero
La legge italiana prevede il fatto che l’eventuale trasferimento all’estero porti alla decadenza della pensione di invalidità. Alla persona è dovuta il trattamento contributivo classico, anche se in alcuni casi si rischia di perderlo, ma non sono dovute le prestazioni speciali di tipo assistenziale e previdenziale e che non hanno una natura contributiva. Queste non sono versate neanche se la persona con handicap vada a trasferirsi in uno degli Stati membri europei.
Sospensione per non disponibilità alla visita di controllo
La visita di revisione è un altro momento fondamentale per continuare a ricevere la pensione di invalidità. In caso in cui la persona non si presentasse, la prestazione andrebbe ad essere sospesa dal primo giorno del mese successivo con l’utente chiamato a fornire una giustificazione all’Inps entro 90 giorni.
Se la persona presenta una giustificazione, sanitaria o amministrativa, che viene ritenuta valida allora riparte il processo per stabilire una nuova data con conseguente comunicazione. La revoca completa, invece, scatta quando il diretto interessato non si presenta in più occasioni.