Nel corso di questi anni, le pensioni delle Forze Armate sono sempre più diminuite. Ora, però, spunta una proposta di Legge per cambiare tale scenario ma un dubbio su tutti è salito alla ribalta: quello sulle risorse.
Il tema del trattamento pensionistico è tornato a far discutere vista la proposta di Legge a firma Stefano Graziano, deputato del Partito Democratico (PD), che mette in atto un aumento delle pensioni delle Forze Armate.
Il rischio, sempre più serio, per quanto riguarda le pensioni delle Forza Armate è quello di vedere gli importi calare con il passare degli anni. Una riduzione che avverrebbe con l’entrata in scena della liquidazione delle rendite col sistema contributivo. Questo meccanismo è stato introdotto tramite la riforma Dini nel 1995 e avviene con l’applicazione dei coefficienti di trasformazione ai contributi che sono stati versati.
Da questo meccanismo scaturisce una rendita minore in base all’età ordinamentale e diventa non confrontabile con quella dei dipendenti pubblici che lasciano il loro lavoro al compimento dei 67 anni. Vediamo, dunque, la proposta del deputato Graziano e soprattutto con quali risorse si procederebbe.
Pensioni Forze Armate, la proposta di Graziano: intervento con una regola di equità contributiva
L’intero universo delle pensioni ha visto l’interno del governo intervenire in maniera decisa su molti aspetti, in questo caso, invece, la proposta di Legge è partita da un deputato del PD, Graziano, ed ha portato in luce di rivalutare le pensioni delle Forza Armate. La proposta ha come obiettivo mettere sullo stesso piano il coefficiente di trasformazione che viene indicato per i dipendenti pubblici nel momento di accesso alla pensione tramite il raggiungimento dell’età.
Nei dettagli, questo nuovo coefficiente andrebbe a sostituire l’attuale strumento di compensazione per le pensioni sempre più basse di militari, carabinieri e poliziotti. Oggi, infatti, per riequilibrare il tutto si attinge al fondo di perequazione che è a carico dello Stato.
In una nota, il deputato PD presente in commissione Difesa della Camera, ha evidenziato come tali figure siano svantaggiati dal metodo contributivo dato che anche restando fino all’età pensionabile la cifra sarebbe bassa. Questa scenario, sottolinea il deputato, crea uno squilibrio profondo a cui bisogna correre ai ripari, per dei lavoratori che difendono lo Stato e i cittadini italiani mentre la proposta porta ad avere dei coefficienti più favorevoli per chi va in pensione all’età ordinamentale.
Da dove arrivano le risorse per la proposta di Legge del deputato Graziano?
La proposta di Legge del deputato del PD va di pari passo con la proposta fatta dal senatore Gasparri. Nel merito, si è paventata l’ipotesi di stabilire la cifra pensionistica tramite una parte contributiva che fa riferimento all’età con cui vanno in pensione chi lavora nel settore pubblico. Questo ricalcolo porterebbe dei vantaggi a chi lavora nelle Forze Armate.
Come spesso accade, però, il problema è soprattutto legato ai fondi per far diventare la proposta una legge. Al momento, l’attuale governo sta vivendo profonde difficoltà proprio perché le risorse sono scarse e un intervento, negli anni, sui coefficienti di trasformazione andrebbe a pesare sempre di più. Al momento, dunque, non si conosce da dove recuperare i fondi ma in queste settimane tale tema potrebbe tornare ad essere oggetto di discussione.