Per ricevere la pensione ordinaria bisogna aspettare sempre il compimento dei 67 anni ma ci sono alcune strade che permettono di anticipare l’uscita dal lavoro. Ecco quale sono.
Arrivare a 67 per raggiungere la pensione ordinaria non è affatto semplice dato che alcuni lavori sono davvero usuranti. Ci sono, però, delle strade che consentono di dire addio in anticipo e in maniera del tutto trasparente.
Per chi si aspettava una profonda rivoluzione dalla legge di Bilancio del governo Meloni è rimasto deluso. L’attuale esecutivo è andato a toccare alcune voci ma senza stravolgere l’architrave principale. L’obiettivo del governo resta quello di superare la legge Fornero dando vita ad una misura più netta entro la fine della legislatura.
Nonostante il paletto fissato ai 67 anni compiuti, molti lavoratori hanno la possibilità di andare in pensione anticipatamente. Andiamo, quindi, a vedere tutte le strade percorribili per questo 2023.
Come andare in pensione in anticipo? Tutte le possibilità a disposizione
Non sono molte le strade che permettono di raccogliere la pensione anticipata ma tutte le opzioni a disposizione possono interessare diverse categorie di persone. La prima opzione è la pensione anticipata ordinaria che può essere raggiunta a qualsiasi età e dai lavoratori iscritti alla previdenza pubblica obbligatoria. Oltre ai contributi, bisogna aver iniziato a lavorare a 20 anni: fino al 31 dicembre 2025 richiede agli uomini 42 anni e 10 mesi di contributi e per le donne 41 anni e 10 mesi.
Opzione Donna
La manovra di bilancio ha dato il via libera alla proroga per l’opzione Donna. Questa misura concede, alle donne, la possibilità di andare in pensione tramite requisiti ridotti ma la proroga ha messo in atto alcune modifiche andando ad alzare l’età pensionabile a 60 anni, prima era 58 anni per lavoratrici dipendenti e 59 per le autonome, ora rimane sempre la possibilità di uscire dal mondo del lavoro anche a 58 anni ma le condizioni sono cambiate. L’uscita dal lavoro anticipata è permessa sempre in presenza dei 35 anni di contributi.
La misura è disponibile per donne licenziate o lavoratrici di imprese che sono in crisi, caregiver e invalide al 74%.
Quota 103
Quota 103 va a sostituire quota 102 e rappresenta un passaggio transitorio per evitare passaggi troppo forti dalla quota 100. Qui, si può andare in pensione a 62 anni con 41 anni di contributi e, secondo quanto riferito da Sky, la platea che potrebbe cogliere questa opportunità sarebbe di 50.000 persone mentre il governo stima 41.000 lavoratori circa.
Pensione per attività usuranti
Le attività usuranti o dannose descritte nel decreto legislativo numero 67/2011 e dal provvedimento stabilità possono essere lasciate prima dai lavoratori e lavoratrici che ne fanno parte. Precisamente si parla di 35 anni di contributi con l’anno che cambia in base al lavoro: 61 anni e 7 mesi per chi svolge lavori usuranti per minimo 78 giorni e notti in 12 mesi; 64 anni e 7 mesi per autonomi che lavorano a turni di notte e per un numero di giorni lavorativi che vanno dai 64 ai 71.
Lavoratori precoci
Possibilità anche per i lavoratori precoci che possono andare in pensione a qualsiasi età a patto che abbiano raggiunto 41 anni di contributi con uno versato prima dei 19 anni. Per la pensione anticipata, qui, bisogna tenere a mente uno di questi 4 requisiti:
- Assistere e convivere da almeno mezzo anno con coniuge o parente con handicap;
- Condizione di disoccupazione per licenziamento, risoluzione consensuale e dimissioni per giusta causa;
- Abbassamento della capacità lavorativa di minimo 74%;
- Svolgimento di lavoro usurane o gravoso.
Isopensione
L’isopensione è concessa ai dipendenti di aziende con più di 15 lavoratori che presentano una situazione in cui c’è troppo personale. A chi mancano pochi anni, non oltre i 7, può arrivare la pensione ordinaria. Questa misura scadeva quest’anno ma il Milleproroghe ha dato semaforo verde alla sua presenza fino al 2026.