Il nuovo governo ha a lungo parlato del reddito di cittadinanza, una misura che così come è strutturata non viene considerata valida e che cambierà già in questo 2023. Vediamo insieme come.
Buona parte della campagna elettorale di Fratelli d’Italia e del centro-destra ha puntato sull’abolizione del reddito di cittadinanza. I toni, nel corso dei mesi, si sono un po’ smussati ma, alla fine, la misura subirà delle profondissime modifiche.
L’attuale governo è impegnato su diversi temi ma non ha dimenticato il reddito di cittadinanza. Nelle prossime settimane, infatti, la ministra del Lavoro porterà in parlamento la riforma che dovrebbe avvenire su questa misura. Il nuovo provvedimento potrebbe partire già quest’anno e attivarsi dopo i 7 mesi di proroga concessi ai percettori del reddito.
In queste settimane, dunque, gli italiani potrebbero conoscere la nuova misura che il governo sta preparando: la misura di inclusione attiva (Mia). Una misura che dovrebbe dividere in due grandi categorie le famiglie e che prevede qualche stretta.
Dal reddito di cittadinanza alla Mia, cosa cambia?
Il reddito di cittadinanza, come riportato da Il Corriere della Sera, dovrebbe cedere il passo alla Mia. La misura di inclusione attiva potrebbe essere richiesta già dal prossimo primo settembre e questa andrà a dividere i beneficiari potenziali in due aree: famiglie con persone occupabili e famiglie con persone non occupabili.
Le famiglie con persone occupabili hanno almeno una persona tra i 18 e i 60 anni che può lavorare a differenza delle altre famiglie. Tale divisione dovrebbe aiutare gli occupabili, dalle stime 300mila in famiglie mono e 100mila in nuclei numerosi, a trovare un lavoro. Molti potranno, come accennato in precedenza, fare domanda già a settembre quando andrà a scadere il loro reddito di cittadinanza o più tardi con l’inizio del 2024 nel caso in cui il loro reddito finirà la sua corsa il 31 dicembre.
Per gli occupabili, questa misura risulterà meno generosa e avrà durata inferiore rispetto al reddito di cittadinanza ma tale stretta si paleserà anche per quelle famiglie dove è presente una persona non occupabile. La Mia, per un single, dovrebbe rimanere sui 500 euro mentre per gli occupabili si parla di una cifra di 375 euro. Per quanto riguarda la durata, le famiglie inoccupabili avranno una misura fino a 18 mesi mentre per gli occupabili la misura sarà a disposizione per un anno. Con la seconda richiesta, la Mia per gli occupabili scadrà dopo 6 mesi e una terza domanda potrà essere fatta solo dopo un periodo di pausa di 18 mesi.
Si discute, invece, sulla quota aggiuntiva in caso in cui il beneficiario vivesse in affitto. Con il reddito di cittadinanza si arrivava fino a 280 euro ogni mese mentre la Mia potrebbe erogare una cifra più bassa e modulata in base al numero dei membri del nucleo familiare. Da come vediamo, quindi, molte regole del reddito di cittadinanza sono destinate ad essere messe da parte. Per avere maggiori dettagli bisogna attendere che la misura arrivi in Parlamento, nel frattempo i percettori attendono il reddito del mese di marzo che arriverà a breve insieme ad altri pagamenti.