L’inizio di marzo per i pensionati italiani sarà una svolta. Il cedolino delle pensioni aumenterà mettendo in atto l’adeguamento per l’inflazione. Vediamo fascia per fascia i cambiamenti.
Nei mesi scorsi si è parlato a lungo dell’adeguamento per l’inflazioni delle pensioni e il momento, così tanto atteso, è finalmente arrivato. Ogni fascia vedrà nel prossimo cedolino un discreto aumento.
Come possiamo immaginare, la cifra dell’adeguamento non sarà uguale per tutte le pensioni. Le fasce saranno colpite dal principio di progressività e l’aumento dovrà vedersi nell’ottica in cui la cifra aggiuntiva vede arrivare un’aliquota marginale maggiore.
La progressività sancita, dunque, darà diverse variazioni. A questo punto, andiamo a ragionare sulla mensilità singola senza tener conto degli arretrati. Ecco di quanto cambieranno le pensioni degli italiani.
Aumento pensione per l’inflazione: i vari casi
Come anticipato in precedenza, tutte le pensioni saranno investite da questo aumento. Con i dati riportati da Il Messaggero scopriamo che un assegno di 2.000 euro lordi, quindi sotto quattro volte il minimo INPS, è stato già adeguato con un rialzo del 7,3% portando sulla carta una cifra lorda di 146 euro ma che netti diventano circa 100 euro. La restante parte rientra nel discorso fiscale e di tassazioni.
Se andiamo a considerare cifre superiori a quella precedente vediamo il processo cambiare con il 7,3% che viene riconosciuto sulla cifra complessiva. Qui abbiamo con una pensione lorda mensile di 2.500 euro un aumento del 6,205% che complessivamente sono 155 euro che diventano netti 96 euro dopo il calcolo fiscale.
Lo Stato, tramite legge di Bilancio, ha ridotto le uscite tramite l’abbassamento della percentuale con l’aumento della cifra. Decisione che ha permesso un risparmio superiore a 2 miliardi e di circa 10 miliardi nel prossimo triennio anche se per il 2024 si pensa ad un nuovo piano.
Passiamo a pensioni da 3.000 euro a cui viene messa in atto una rivalutazione del 53% che arriva ad un 3,869% realizzando un aumento netto di 72 euro. Ma, come riporta Il Messaggero, dopo l’applicazione di addizionali e IRPEF questi pensioni avranno una crescita mensile del 3,4%. Con un cedolino mensile superiore ai 4.000 euro si avrà un aumento di circa 78 euro con una percentuale sotto il 3%. Riduzione ancora più profonda per chi ha pensioni che vanno dalle otto alle 10 volte il minimo stabilito e quelle che sono oltre le 10 volte. Qui avremo, prendendo come riferimento pensioni lorde da 5.000 e 6.000 euro, una percentuale netta di circa 2,4% o 2,2%.
Altro aspetto che deve essere considerato è che la percentuale del 7,3%, anche per pensioni basse risulta essere inferiore all’inflazione misurata dall’Istat. Questa, infatti, aveva toccato l’8,1% ragion per cui la differenza dovrebbe essere recuperata il prossimo anno. Anche in tema di adeguamenti e aumenti, dunque, si ritornerà a parlare nei prossimi mesi dato che i pensionati dovranno ricevere questa differenza.