Il bonus mobili è un’agevolazione prevista per il 2024 ma i dubbi anche in questo 2023 sono davvero tanti. Come funziona per una partita Iva forfettaria? Ecco le indicazioni da conoscere.
Tra le tante agevolazioni presenti in questo 2023 ritroviamo il bonus mobili che tanto era stato richiesto nel 2022. Data la proroga sono fioccate le domande su questa misura, una riguarda l’eventuale diritto se si è una partita Iva forfettaria, come funziona?
Uno dei dubbi che circola tra tanti cittadini italiani riguarda la possibilità di utilizzare questo credito d’imposta se si è in un regime forfettario, tale dubbio, inoltre, riguarda anche per operazioni che si sono legate ai benefici che sono sorti dal Sismabonus.
Partiamo con il dire che le partite Iva forfettarie possono accedere al bonus solo se hanno altri redditi da tassare in modo ordinario. Per il Sismabonus, invece, ci sono due modalità su cui poter ragionare: lo sconto in fattura o la cessione del credito. Vediamo, dunque, le regole per i forfettari.
Partita Iva forfettaria ha diritto al bonus mobili? Le regole
Il bonus mobili mette in atto la detrazione se tutta la spesa sostenuta viene messa all’interno della dichiarazione dei redditi e, dunque, non riguarda cessione del credito o sconto in fattura. L’indicazione deve riguardare le quote annuali e la copertura IRPEF per un anno specifico.
Come riportato da QuiFinanza, per le partite Iva forfettarie c’è un serio problema di accesso al bonus perché si prevede una detrazione Irpef. Chi ha scelto il forfettario non potrà andare ad eseguirla a scomputo dell’imposta, questa dovrà essere pagata per la professione, eventuale, che è stata svolta.
Per tale ragione, la partita Iva in regime forfettario deve avere altri redditi da cui è possibile tassare con l’IRPEF, se non ha nessun altro reddito perde completamente il diritto a questa agevolazione. L’unico modo per accedere al bonus è che il coniuge sia dipendente o autonomo con partita Iva con regime ordinario, così da far diventare il o la partner beneficiario dell’agevolazione.
Se, invece, si ha un altro reddito, come quello da locazione, allora il via libera è concesso. Con questo scenario, la persona interessata deve stare attenta a non scegliere la cedolare secca. Si aggiunge che il bonus mobili può essere sfruttato in regime forfettario anche in presenza di un altro lavoro, dipendente, che vada ad essere tassato normalmente.
Insomma, il bonus anche in questo caso sarebbe possibile anche se con dovute regole da seguire ma le domande non finiscono qui perché molti chiedono anche se il bonus sia accessibile per le stanze non in ristrutturazione.
Cos’è il regime forfettario?
Per far parte del regime forfettario, il contribuente, durante l’anno fiscale, ha visto introiti per una cifra al di sotto degli 85.000 euro. In caso di lavoro dipendente, non si deve superare la soglia dei 30.000 euro all’anno.
Questo regime concede delle interessanti agevolazioni rispetto al regime standard, si parla di una tassazione del 15% che diventano 5% per i primi 5 anni che fa a sostituire quella IRPEF che ha una soglia minima al 23%.
Le tasse non sono calcolate sul totale annuale ma solo su una parte di esso in base all’attività svolta. Il contribuente, poi, non paga l’Iva ma non può scaricare nulla.