Hai 25 anni? Cattive notizie per la tua pensione: l’addio al lavoro è lontano

Il tema pensioni è sempre molto attuale e preoccupa soprattutto i più giovani. Questa volta alla domanda su quanto dovrà lavorare un 25enni ha risposto l’INPS.

Continua ad essere argomento di discussione il tema delle pensioni, soprattutto in merito ai giovani. Per loro, infatti, il percorso che porta alla conclusione del ciclo lavorativo appare decisamente lontano. Ora, a far scatenare la bufera la risposta che arriva dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS).

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Alla domanda su quanto dovrà lavorare un 25enne per arrivare alla pensione è arrivata la risposta tramite il simulatore dell’INPS, ‘Pensami“. Per un giovane di 25 anni, in attività da 12 mesi, la pensione sarà raggiunta a 70 anni, uscita anticipata, e a riposo per vecchiaia a 70 anni e 6 mesi.

Ma non è finita qui perché c’è un altro aspetto da considerare: parliamo dei contributi. Questi devono essere di almeno 46 anni e 4 mesi nel primo caso e oltre 20 anni nel secondo. Va peggio se il lavoratore ha tra i 5 e i 20 anni di contributi. In questo caso, la pensione sarà possibile solo a 74 anni a 10 mesi. Nonostante i cambiamenti che si verificheranno in estate la situazione è incandescente. Ma come stanno le cose per le altre fasce di età?

Pensioni, l’età si allunga sempre di più: le altre fasce

Se la situazione per chi ha 25 anni non è delle migliori, sulla falsariga è lo scenario per i trentenni. Per loro, qualcosa migliora ma siamo lontani da una situazione ideale. Per chi è nato nel 1990, la pensione arriverà a 70 anni con 20 anni di contributi mentre a tramite quella anticipata con 45 anni di contributi al di là dell’età.

Secondo il simulatore, un uomo nato nel 1982, a gennaio, con poco più di 40 anni potrà andare in pensione a 66 anni e 2 mesi con almeno 20 anni di contributi. Altra condizione necessaria e se abbia maturato un importo di pensione che va oltre 2,8 il minimo. In caso contrario, la pensione, sempre con 20 anni di contributi, si verificherà al toccare della soglia dei 69 anni e 6 mesi. Se non ha raggiunto la quota dei contributi dovrà lavorare fino ai 73 anni e 9 mesi, con 5 anni di contributi.

Per una lavoratrice che ha da poco superato i 50 anni e che ha iniziato la sua carriera a 25 anni, la pensione anticipata si verifica con un assegno di oltre 2,8 volte il minimo ed è all’interno della macchina contributiva. Questa arriverà a 65 anni e 4 mesi, sempre se si hanno 20 anni di contributi. Con assegno più basso ma oltre 1,5 volte il minimo, la pensione arriverà a 68 anni e 8 mesi, nel 2041. Anno in cui arriverà anche quella anticipata con 43 anni di contributi. Mentre per la pensione di vecchiaia, il requisito sono minimo 20 anni di contributi. Se non si hanno questi anni, si dovrà attendere la soglia dei 73 anni.

Per chiunque volesse testare il simulatore, l’INPS ha messo in campo un nuovo sistema aggiornato. ‘Pensami’ si lega ad un percorso semplice dove richiedere l’inserimento di dati anagrafici e contributivi, sezione dove si potranno inserire altri istituti e visualizzazione degli scenari possibili. Si aggiunge che attualmente gli unici cambiamenti su questo tema riguarda le rivalutazioni delle pensioni. Queste, però, non saranno per tutti.

Polemica sull’età pensionabile: si muove l’Anief

Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief, ha parlato di follia in merito all’età pensionabile. Sottolinea che non è possibile passare la maggior parte della propria vita lavorando dato che il riposo deve esserci e deve essere dignitoso.

Per tale ragione, chiede una ‘finestra’ di riferimento per andare a convertire in contributi la formazione universitaria. Una posizione che trova d’accordo anche il presidente dell’INPS, Pasquale Tridico. Per l’Anief, basterebbe usare gli stessi criteri che si utilizzano per le Forze Armate così da dare a chi lavora nella scuola la possibilità di dire addio a 62 anni e senza tagli.

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