Permessi retribuiti, tutto quello che c’è da sapere: dai ROL alle ex festività, dal matrimonio ai congedi parentali

Nei contratti dei lavoratori dipendenti sono indicate due tipologie di permessi retribuiti: quali sono e come si chiedono.

I permessi retribuiti sono dei giorni durante i quali il lavoratore dipendente può assentarsi, in presenza di determinati eventi. Durante, l’assenza del lavoratore egli ha diritto a percepire la retribuzione piena.

Permessi retribuiti
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I permessi retribuiti possono essere di due tipologie: ROL e ex festività.

Tuttavia, esistono delle particolari tipologie di permessi retribuiti riconosciuti, sia ai lavoratori dipendenti del settore privato che a quelli del settore pubblico, che danno la possibilità di assentarsi per il lutto di un familiare o per effettuare la donazione di sangue e midollo, ma anche per altre cause.

Quali sono i permessi retribuiti? Come si chiedono?

Permessi retribuiti: quali sono

I permessi retribuiti danno la possibilità al dipendente di assentarsi dal lavoro senza rinunciare alla retribuzione, in base a specifiche necessità.

Stando a quanto stabilito dal diritto del lavoro italiano i permessi retribuiti a cui può accedere un lavoratore dipendente sono i seguenti:

  • ROL
  • Ex festività
  • Lutto o grave infermità
  • Concorsi ed esami
  • Studio
  • Donazione di sangue e midollo osseo
  • Motivi personali
  • Cariche pubbliche elettive
  • Attività nei seggi elettorali
  • Matrimonio
  • Lavoratori genitori
  • Assistenza familiare con handicap.

I permessi retribuiti indicati con la dicitura ROL, acronimo di riduzione orario di lavoro, sono riconosciuti ad ogni lavoratore a prescindere dal contratto collettivo nazionale di riferimento.

I ROL sono permessi che maturano di mese in mese, il cui montante ore varia in base all’inquadramento contrattuale del dipendente e delle mansioni svolte. Il numero di ore di ROL riconosciute a un lavoratore dipendente è legato anche al numero di dipendenti dell’azienda in cui si lavora.

Ad ogni modo, la regola di base prevede che le ore di ROL spettino solo ai lavoratori impiegati con orario full time.

Dove vengono indicati mensilmente i permessi maturati fino a quel momento, quelli goduti e quelli residui.

Permessi ROL facciamo chiarezza

Come abbiamo visto tra i permessi retribuiti concessi ai lavoratori dipendenti c’è anche la riduzione dell’orario di lavoro. I ROL indicati in busta paga rappresentano dei permessi a cui il dipendente può accedere senza rinunciare alla propria retribuzione piena. In questo modo, il lavoratore può astenersi per alcune ore dalla prestazione lavorativa. I ROL rappresentano uno dei diritti a cui hanno accesso tutti i lavoratori subordinati.

Le suddette ore di permesso possono essere chieste dal lavoratore, in aggiunta a quelli già previsti dal contratto collettivo, per giustificare i ritardi o le uscite anticipate.

Se entro la fine dell’anno i permessi retribuiti non vengono interamente goduti, questi possono essere remunerati in base a quanto stabilito dal CCNL di riferimento.

Altri permessi retribuiti

Come abbiamo visto oltre ai ROL esistono anche altri permessi retribuiti, a cui hanno diritto i lavoratori dipendenti.

Nel caso dell’ex festività ci stiamo riferendo ad una serie di festività che sono state soppresse nel corso degli anni, trasformandosi in ore di permesso per un totale complessivo di 40 ore per cinque festività soppresse.

Ci stiamo riferendo a:

  • 19 marzo San Giuseppe
  • Trentanovesimo giorno dopo Pasqua Ascensione
  • Sessantesimo giorno dopo la Pasqua Corpus Domini
  • 4 novembre Festa dell’Unità Nazionale
  • 29 giugno S.S. Pietro e Paolo.

Inoltre, i lavoratori dipendenti hanno diritto a tre giorni di permesso in causa di decesso o documentata grave infermità del coniuge. Quest’opportunità si estende fino ai parenti di secondo grado e ai soggetti appartenenti alla famiglia anagrafica del lavoratore.

Questo tipo di permesso deve essere fruito entro 7 giorni dal decesso o dall’insorgenza della malattia.

Astensione per concorsi esami e permessi studio

I lavoratori dipendenti hanno il diritto a chiedere fino a otto giorni all’anno di permesso per sostenere i concorsi ed esami. Per poter beneficiare del permesso, è necessario presentare una certificazione della commissione esaminatrice, timbrata e firmata, da allegare alla richiesta di permesso.

La legge tutela anche un’altra assenza dal lavoro che riguarda il giorno di permesso, per sostenere un esame scolastico o universitario.

Anche in questo caso la legge prevede un permesso retribuito che può essere della durata massima di 150 ore, da godere nell’arco di tre anni.

Nel caso in cui i lavoratori abbia bisogno di tali permessi, per completare la scuola dell’obbligo, la disciplina prevede che il monte ore possa essere aumentato a 250.

Donazione di sangue e midollo osseo

Il dipendente ha il diritto di effettuare la donazione di sangue, avvisando il datore di lavoro con le modalità e le tempistiche indicate nel contratto collettivo nazionale di riferimento.

In base a quanto stabilito dalla legge il lavoratore ha diritto a 24 ore di riposo a partire dal momento in cui è avvenuta la donazione.

Anche in questo caso, il lavoratore dovrà presentare certificazione firmata dal medico che ha eseguito il prelievo.

Il lavoratore che effettua la donazione ha diritto a ricevere la paga completa, per la quale il datore di lavoro può chiedere rimborso all’INPS.

Per la donazione del midollo osseo, i permessi valgono sia per il prelievo finalizzato all’individuazione dei dati genetici sia per quelli relativi alla compatibilità con pazienti in attesa e sia per l’accertamento dell’idoneità alla donazione.

Permessi retribuiti per matrimonio

I lavoratori dipendenti che si sposano hanno diritto a 15 giorni continuativi di congedo matrimoniale. In questo caso, però, non si tratta di giorni lavorativi ma di giorni di calendario, quindi comprensivi del sabato e delle domeniche, ma anche delle eventuali festività.

Questo permesso deve essere goduto entro 30 giorni dal matrimonio ed è necessario che il lavoratore effettui richiesta con largo preavviso.

Dal canto suo, il datore di lavoro è tenuto a retribuire al 100% il periodo di permesso matrimoniale per conto dell’INPS.

Nell’ambito dei permessi indirizzati alle famiglie, la legge prevede anche la possibilità per i lavoratori genitori di godere di giorni di permesso per assistere la prole.

In particolare, le mamme devono assentarsi dall’attività lavorativa per cinque mesi usufruendo del congedo di maternità.

Ai padri, invece, riconosciuto il congedo di paternità, ovvero 10 giorni di permesso retribuiti a 100% dall’istituto previdenziale.

Successivamente entrambi i genitori hanno la possibilità di richiedere sei mesi di congedo parentale entro i 12 anni di vita del figlio. In questo caso, la retribuzione prevista è del 30% dello stipendio, ma solo fino al compimento del sesto anno di vita del bambino.

A partire dal 2013, i lavoratori dipendenti hanno la possibilità di fruire del congedo parentale in maniera frazionata, ovvero chiedendo ore di permesso.

Infine, le mamme hanno la possibilità di fruire di permessi per allattamento, ovvero due ore di riposo al giorno per ogni figlio, entro il primo anno di vita del neonato. In questo caso, la retribuzione prevista è del 100%.

Vi è poi il congedo per la malattia del figlio, ovvero i giorni di permesso che i lavoratori genitori possono chiedere per assistere il figlio malato.

Tuttavia, in questo caso non è prevista la retribuzione per i periodi di assenza, fatta eccezione per i dipendenti pubblici che hanno diritto a 30 giorni di permesso retribuiti al 100% entro il terzo anno di età del figlio.

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