Aumentano ancora i prezzi sui beni di prima necessità. Per gli italiani, le spese obbligate, costano ben un sesto del reddito. Queste, però, non possono essere proprio rimandate. Ma cosa sono? Andiamo a scoprire i dettagli.
Anche questo 2023 rappresenta per tante famiglie diversi ostacoli. Il conflitto tra Ucraina e Russia è ancora in vigore e gli aumenti dei prezzi stanno toccando sempre più ambiti. Con le spese obbligate che per i cittadini sono sempre più alte.
Fare la spesa, al giorno d’oggi, è sempre più complicato. Prodotti alimentari e bevande stanno segnalando prezzi sempre più alti. Un costo della vita che aumenta mentre stipendi e pensioni non viaggiano sullo stesso binario. Cosa che non può portare enormi difficoltà sotto questo punto di vista. Tra le altre cose, nelle spese obbligatorie non ci sono solo cibi e bevande ma anche trasporto, casa e altro ancora.
Inevitabilmente, più sono le spese di un certo tipo e minore sarà la porzione destinata a spese che non sono necessarie. Gli aumenti, inoltre, si fanno sempre più duri. Ci sono costi che hanno superato i 1.800 euro. Insomma, come ben sappiamo lo scenario è decisamente durissimo. Cosa dimostrata anche dalla stima fatta dall’Ufficio studi della CGIA Mestre. Analisi riferita al 2022.
Spese obbligate, aumento che preoccupa: cosa sono?
Da dati emersi, ben il 59,6% dei costi riguardano spese obbligatorie. Mentre la spesa mensile media è pari a 2.016 euro con spese obbligatorie per 1.202 euro. Le spese obbligatorie altro non sono quelle voci che non possono essere eliminate o rimandate nella gestione familiare. Queste vengono messe in cima alla lista mensile per ogni famiglia. Riguardano beni e servizi fondamentali.
Le spese vengono suddivise in questo modo: 511 euro per alimenti e bevande analcoliche, 425 euro per la manutenzione della casa, bollette di luce, gas e acqua più le spese del condomino. Per concludere abbiamo 265 al mese per il carburante o per trasporto pubblico. Queste spese, nel corso del 2022, hanno avuto un impatto superiore del 3,8% rispetto al 2021.
Dai dati appena descritti, troviamo che solo le bollette, prodotti di prima necessità e carburante toccano il 52% della spesa obbligatoria media annuale. La spesa più alta segnalata riguarda il Sud e le isole del Paese. Un’incidenza maggiore per la bassa capacità di spesa delle famiglie che abitano in queste aree. Dal 2017, inoltre, l’impatto della spesa obbligatoria è sempre più cresciuta. Una crescita costante e importante che ha portato alla percentuale, altissima, del 59,6%.
Trend della spesa: pochissimo spazio di manovra per i prodotti non indispensabili
Quanto causato dall’inflazione incide anche sulla possibilità di spesa sui prodotti che non sono beni di prima necessità. Si pensi che per molte famiglie, quelli alimentari rappresentano appena la sopravvivenza. Di conseguenza, tutto quello che è considerato superfluo è stato tagliato.
Se da una parte, le spese obbligatorie hanno visto costi in aumento. Diverso il discorso su tutte le altre spese: su uscite, vacanze, libri, mobili, scarpe, abbigliamento e altro ancora le famiglie spendono, ove possibile, la stessa cifra degli anni passati. La spesa media mensile sarebbe di 815 euro ed è la stessa di quella del 2021. Con l’inflazione oltre l’8%, però, la cifra erogata permette acquisti di beni in quantità inferiore rispetto al 2021. Dunque, le difficoltà sono palesi e ci saranno anche in questo 2023. I consumatori e le associazioni si augurano che tale periodo possa passare alla svelta per dare più serenità generale.