Benzina, tra bonus e decreto trasparenza: cos’è l’accisa mobile?

Il caro carburante è sicuramente uno dei problemi odierni. Il governo non ha dato il via libera per il taglio delle accise ma ha firmato il decreto legge trasparenza. Di cosa si tratta?

Sono settimane calde attorno al tema del carburante. Il governo non ha dato via libera al proseguimento del taglio delle accise. Cosa che ha portato, con l’arrivo del nuovo anno, i prezzi del carburante ad avere un altro rialzo.

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Nell’agenda del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il discorso sul taglio delle accise è stato rimandato. Al momento la Premier ha firmato, con successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il decreto legge trasparenza. All’interno del quale troviamo una serie di indicazioni urgenti per quanto riguarda la trasparenza sui prezzi. Un fattore di notevole importanza dato che, in alcune zone, la soglia è già andata oltre i 2 euro.

Ci sono tantissimi aspetti da valutare in questo momento in riferimento alla benzina. Molti si chiedono anche cosa succede se si va via senza pagare la benzina. Insomma, sono sempre di più le domande che molti si pongono a tal proposito. Come quella che riguarda l’accisa mobile. Una misura che è saltata fuori proprio dopo la firma del decreto legge. Vediamo insieme come funziona e quale potrebbe essere la sua incidenza sui prezzi.

Benzina, cos’è l’accisa mobile? Ecco perché i prezzi potrebbero essere più bassi

Una delle misure, importanti, messe in campo dal decreto riguarda l’accisa mobile. Questa è importante sia per chi è munito di mezzo proprio sia per chi si muove con i trasporti pubblici. Per contrastare i rialzi, infatti, l’esecutivo ha dato il via libera a questa misura che si lega con il bonus trasporti da 60 euro per pagare l’abbonamento pubblico.

Questo meccanismo è stato attivato già con la finanziaria del 2008. L’accisa mobile prevede il taglio delle accise appena il prezzo aumento, sulla media dei precedenti due mesi. Si prende come riferimento il valore espresso in euro e che è indicato nell’ultimo file di programmazione economico e finanziario presentato. Nella legge si specifica che bisognerà tenere conto della riduzione del prezzo rispetto a quello descritto nel documento.

Il calcolo dell’accisa mobile, come segnalato da QuiFinanza, sarà legato al prezzo dei carburanti pensato come vari fattori. Oltre al prezzo del carburante, ci sono due tasselli da considerare: il primo è l’accisa mentre il secondo l’IVA. Da considerare anche il gettito superiore che si innesca con l’aumento del prezzo del petrolio. Tale aumento porta ad un innalzamento relativo dell’imposta sul numero aggiunto. In sintesi, con un aumento della benzina o di altro carburante ci sarebbe un calo dell’accisa corrispondente.

Questa misura è stata introdotta da Pier Luigi Bersani che a quel tempo svolgeva il ruolo di ministro dello Sviluppo economico nel governo Prodi II. La mobilità, quindi, viene fuori quando il prezzo del carburante aumenta. Con l’accisa che permetterebbe di stoppare le altre che sono fisse. Si specifica, però, che l’intento del governo Meloni non è quello di eliminare le accise ma di monitorarle costantemente. Infine, non va dimenticato di come si possa eseguire un risparmio fai da te in ambito carburante. Ci sono delle applicazioni che possono garantirci un certo risparmio. Un aiuto decisamente da considerare.

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