Molti genitori, per la gestione dei propri figli, si affidano ad una baby sitter. Per loro, con l’inizio di questo 2023, non ci sono buone notizie. Gli stipendi, infatti, hanno subito un deciso aumento. Ecco di quanto.
Con gli orari di lavoro sempre più intensi, i genitori trovano molta difficoltà ad organizzare la giornata seguendo anche i figli. Fattore che non deve stupire dato che il costo della vita è sempre più alto e le spese per i propri figli non possono essere di certo rimandate. Per questo motivo, sale in cattedra il ruolo, importantissimo, della baby sitter.
La baby sitter, come ben sappiamo, può svolgere più ruoli nell’arco della giornata. Non solo quella che si occupa del bambino o della bambina ma anche di aiuto nella gestione della casa. Ora, con l’inizio del 2023, c’è una cattiva notizia per i genitori. È scattato, infatti, l’aumento del 9,2% sul salario non solo delle baby sitter ma anche di colf e badanti.
Se da una parte c’è la possibilità di attingere ad un bonus per i bambini sotto i 3 anni. Dall’altra, l’affidarsi ad una baby sitter sta diventando sempre più fondamentale. Quasi una spesa “obbligata” per moltissime famiglie. Di certo, questo aumento del prezzo, come avviene in altri settori, non può che portare una certa agitazione. Vediamo nei dettagli come stanno le cose.
Aumento dello stipendio per baby sitter, colf e badanti: rialzi notevoli
Secondo quanto riportato dai dati Istat, l’80% dell’aumento va ad incidere sullo stipendio di queste 3 professioni. Mentre un aumento del 100% incide sull’indennità di vitto e alloggio. L’aumento è arrivato a seguito della riunione della Commissione Nazionale per l’aggiornamento retributivo verificatosi in data 16 gennaio 2023. Questa, però, è finita senza un accordo tra le parti: sindacati e associazioni datori.
Per tale ragione, gli aumenti sono partiti già da questo gennaio. Il motivo è che Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Iultucs e Federcolf non hanno accettato la proposta. Ma, segnala Assindatcolf, l’incidenza maggiore si potrebbe verificare in base all’assunzione di una persona con orari lunghi oppure che si lega all’ambito della convivenza. Una retribuzione minima che passerà da 1.026,34 euro a 1.120,76 euro. Si parla di una cifra di circa 94 euro al mese. Allo stipendio si aggiunge anche l’aumento dei contributi che toccano quota 1.575 euro in più.
Se, invece, assumiamo baby sitter per 40 ore, a tempo pieno e non conviventi, i costi aumenteranno ancora di più. Lo stipendio minimo sarà di ben 115 euro in più al mese mentre il costo sull’intero anno toccherà una cifra di +1.743 euro. Come riporta il Corriere, sia il presidente che il vice di Assindatcolf hanno segnalato che questi aumento non sono ipotesi, ma sono concreti. Con questi numeri, sottolineano, il rischio che molti lavoratori finiscano in nero e non siano più regolarizzati.
Rischio lavoro in nero?
Come anticipato nel precedente paragrafo, le associazioni parlano di un rischio chiaro e tondo e che riguarda tutte e 3 le mansioni. I vertici Assindatcolf hanno evidenziato come negli anni per i metalmeccanici le retribuzioni minime sono aumentate. La loro richiesta, infatti, era di dilazionare gli aumenti. Cosa che, a detta loro, avrebbe reso il sistema più sostenibile. Proposta che non è stata accetta.
Per questo motivo, sono scattati in automatico mettendo in difficoltà tante persone. Quello che si augurano le associazioni è che il governo vada avanti con le misure che sono state annunciate. Misure che mettono in campo delle regole per fornire aiuti alle famiglie e permettere un lavoro regolare a baby sitter, colf, badanti e assistenti familiari. L’attuale scenario porta un aumento della possibilità di lavoro irregolare.