La busta paga potrebbe subire delle variazioni nel 2023 per via della possibile festività in programma il 4 novembre. Di seguito tutto quello che c’è da sapere in merito al disegno di legge.
La legge stabilisce che ogni datore di lavoro è obbligato a consegnare al proprio lavoratore dipendente una retribuzione congrua all’attività professionale. Nel prospetto della busta paga devono essere indicate diverse voci: nome, cognome, periodo lavorativo, qualifica professionale e altre ed eventuali voci. Nel 2023 i lavoratori potranno godere di un nuovo giorno festivo che si rifletterà anche per quanto concerne il loro impiego.
La cosiddetta busta paga, definita in questo modo in quanto è nata come busta, è un documento che deve essere consegnato necessariamente dal datore di lavoro al lavoratore dipendete. L’obiettivo è certificare la retribuzione e le ritenute fiscali, assistenziali e previdenziali trattenute dal titolare per conto del dipendente. Nel 2023, l’assegno mensile dei lavoratori potrebbe subire delle modifiche per via di una nuova festività in più che si potrebbe aggiungere ai 365 giorni.
Il senatore della Lega Paolo Tosato ha deciso d’inviare una proposta per rendere la giornata del 4 novembre come festivo e quindi non lavorativo. Si tratta di una proposta contenuta all’interno di un disegno di legge che dovrà essere rivisto, studiato e presumibilmente modificato. Ma andiamo a conoscere meglio i dettagli e che cosa potrebbe succedere.
Festività 4 novembre: cosa cambia in busta paga?
La Commissione Affari costituzionali del Senato della Repubblica Italiana, presieduta da Alberto Balboni di Fratelli d’Italia, ha proposto un nuovo disegno di legge. All’interno del testo viene riportato il fatto che si vorrebbe tornare a celebrare il 4 novembre e quindi renderlo tra i giorni festivi dell’anno. È stato il leghista Paolo Tosato che ne ha spiegato le motivazioni dietro l’iniziativa.
Nel caso in cui ci dovesse essere l’approvazione da parte del Parlamento sul disegno di legge, questa genererebbe delle modifiche per quanto concerne l’assegno mensile dei lavoratori dipendenti. In poche parole, i lavoratori potranno beneficiare in busta paga della festività. Il datore di lavoro è obbligato a corrispondere la normale retribuzione giornaliera anche se il dipendente non effettua alcuna attività professionale. Ricordiamo che alcuni lavoratori potranno richiedere un bonus 80 euro in busta paga.
Per il momento però si parla solo di una possibilità e niente di certo, visto che ci sono in atto delle discussioni. Non è chiaro se si deciderà di reintrodurre il 4 novembre come festività e quindi renderlo un giorno non lavorativo oppure se rendere la giornata come una opportunità di promozione, celebrazione e sensibilità collettiva attraverso eventi e manifestazioni.
A quanto pare, come si legge anche sul portale Money, pare che Tosato e la Commissione siano proiettati più per la seconda ipotesi. E quindi renderla una giornata celebrativa e non festiva a tutti gli effetti. Anche perché il mese di novembre presenta già una festività – il 1° novembre – e quindi un altro giorno di riposo ravvicinato potrebbe creare dei problemi sul piano lavorativo.
Che cosa viene festeggiato il 4 novembre?
Tuttavia, il disegno di legge presentato vuole dare rilevanza nazionale alla giornata del 4 novembre durante la quale vengono celebrate l’Unità nazionale e le Forze armate. Il Regio decreto n.1354 del 23 ottobre 1922 aveva dichiarato il giorno Festa nazionale. Una festività rimasta fino al 1977 quando la legge 54/77 ha dichiarato di celebrare i caduti in guerra la prima domenica del mese di novembre. Così da non renderlo un giorno di stop lavorativo.
Le origini della festività risalgono alla Prima guerra mondiale. Il giorno intende ricordare l’Armistizio di Villa Giusti, entrato in vigore proprio il 4 novembre 1918, permettendo all’Italia di ottenere i territori di Trento e Trieste e portando a compimento il processo di unificazione nazionale partito in epoca risorgimentale.
Il 4 novembre, inoltre, segna la fine della Prima Guerra Mondiale e, per onorare il sacrificio dei tanti soldati caduti durante il conflitto in difesa della Patria, la tumulazione del “Milite Ignoto”, nel Sacello dell’Altare della Patria a Roma, avvenne il 4 novembre 1921.