Il mutuo a tasso variabile, data la situazione odierna, può rappresentare un serissimo problema. Ma cosa fare in presenza di questo tasso? Ci sono alcune strategie da poter mettere in atto. Ecco quali sono.
Da più di qualche mese, i prezzi sono aumentati in maniera considerevole. Gli aumenti hanno segnato praticamente qualsiasi ambito portano i consumatori ad una situazione sempre più insostenibile. Tra le preoccupazioni c’è il tasso variabile sottoscritto con il mutuo per una propria abitazione.
L’aumento dei tassi di interesse ha portato i mutui con tasso variabile ad essere ancora più cari. Nella fattispecie troviamo l’Euribor a tre mesi. Cosa che porta l’indice di riferimento per i contratti su questi mutui ad un aumento di 270 centesimi. Al momento, però, non c’è ancora una exit strategy e se pur ci fosse, non sarebbe uguale per tutti. Questo perché ogni persona mette in campo delle condizioni di mutuo diverse.
Oltre le variabili come la negoziazione individuale, la data di stipula e l’entrata in vigore del contratto ci sono delle regole che possono unire più persone. Troviamo la valutazione della situazione partendo dall’ammortamento del mutuo. Per ogni rata si dovrà vedere il debito residuo e la somma decrescente che si calcola mese per mese. Senza dimenticare la quota di capitale che è crescente ad ogni mese. Alcuni mutui a tasso variabile, quindi, possono portare ad un incremento sostanzioso rispetto alla rata precedente. Ma come fare per ridurre la rata? Ecco cosa potrebbe entrare in gioco.
Come abbassare la rata del mutuo a tasso variabile? L’exit strategy possibile
In questo 2023, potrebbe entrare in gioco per quanto riguarda questo argomento una clausola all’interno della legge di Bilancio. Questa sarebbe voluto fortemente dal Premier Giorgia Meloni. Tale clausola porrebbe in luce il passaggio dal contratto del mutuo a tasso variabile ad un nuovo mutuo, rinegoziato, ma a tasso fisso.
Tale misura permetterebbe a chi ha sottoscritto il mutuo di non perdere la rotta. Soprattutto se ha un reddito che non supera i 35.000 euro all’anno. Un’altra exit strategy, sempre per quanto riguarda la posizione del cliente, è quella della cancellazione del debito. Per poterlo estinguere bisognerebbe passare per la rinegoziazione.
Un’altra possibilità, oltre al cambiamento che porta al tasso fisso, è quella di dare vita ad una surroga. Cosa che permetterebbe di saltare una parte del capitale rimanente. Una mossa che porterebbe ad azzerare drasticamente la rata di riferimento.
Cosa accade con rinegoziazione obbligatoria?
Per quanto riguarda la rinegoziazione obbligatoria, questa è concessa solo alle persone che presentano una certificazione ISEE al di sotto dei 35.000 euro. Oltre all’indicatore, questi non devono in alcun modo aver avuto dei ritardi sui pagamenti. Queste sono le uniche due condizioni per far scattare la clausola presente nella legge di Bilancio 2023.
Oltre a questa, come detto, abbiamo un’altra strategia che è quella della surroga con un altro ente di credito. In questo specifico caso, se la persona presenta dei ritardi di pagamento, una terza banca può considerarli sostenibili e così potrà dare il via ad una rinegoziazione del tasso di interesse. Cosa che porterà a chi lo richiede ad una rata ridotta rispetto alla precedente. Ma questo rappresenta un risparmio reale?
Dunque, per tantissime persone ci può essere una soluzione per quanto riguarda il mutuo a tasso variabile. Mentre, bisogna stare attenti sulle rate del mutuo non pagate. C’è una data che porta al pignoramento della nostra abitazione.