Maurizio Costanzo, tra le tante vicende vissute da protagonista, è stato al centro di un attentato. Una vicenda accaduta molti anni fa che ancora oggi è di interesse pubblico. Ecco cosa accadde nel lontano 1993.
Nella vita di un giornalista, soprattutto se sempre improntato alla verità e alla trasparenza, possono sorgere alcuni episodi davvero negativi. È il caso di Maurizio Costanzo e l’attentato che prese vita nel lontano 14 maggio 1993. Una vicenda che, per fortuna, oggi sia Maurizio Costanzo che Maria De Filippi possono raccontare.
Come ben sappiamo, gli anni Novanta hanno portato alla luce momento a dir poco terribili della storia dell’Italia. Vicende che hanno segnato intere vite e che hanno portato a drammatici eventi come, appunto, gli attentati. Tutto legato all’argomento della mafia, argomento più volte trattato in trasmissione dallo stesso Maurizio Costanzo. Cosa che lo ha portato ad essere nel mirino degli esponenti mafiosi.
L’unico episodio di attentato che ha coinvolto Maurizio Costanzo è avvenuto il 14 maggio 1993, in via Fauro ai Parioli. Con lui c’era Maria De Filippi e i due si trovavano all’uscita del teatro Parioli dopo la conclusione della puntata del Maurizio Costanzo Show. I due, dopo esser saliti nella loro Mercedes Blu, pochi minuti dopo sentono un’esplosione fortissima. Sia Costanzo che la De Filippi non capiscono bene cosa sia successo ma sono vivi.
Maurizio Costanzo e Maria De Filippi, l’attentato di Via Fauro: vivi per il ritardo del telecomando
Dopo la grandissima esplosione, lo scenario presente in Via Fauro è quasi quello di un film apocalittico: auto accartocciate, calcinacci ovunque e molti feriti. I palazzi hanno subito pesanti danni ma sia il giornalista che la conduttrice risultano vivi. Ma quella bomba molto pesante era proprio indirizzata a lui.
Intervenuto a “Un giorno da pecora“, Maurizio Costanzo ha svelato di come Messina Denaro fosse andato ai Parioli per vedere se si potesse fare un attentato. Cosa che poi ha deciso di fare mentre lui uscita proprio dal teatro ai Parioli. Costanzo ha svelato come fossero 60 chili di tritolo pronti a colpirlo. Nonostante questo episodio, però, sottolinea di come i giornalisti debbano fare quello che ha fatto lui. Lui ha pagato il conto perché ha parlato di mafia ma nel ruolo di giornalista ha fatto quello che doveva fare.
La reazione degli esponenti mafiosi si innescò quando, a seguito dell’omicidio di Libero Grassi, insieme a Michele Santoro si fede una maratona Rai-Fininvest contro la Mafia. Tra le scene memorabili di quel periodo, quella in cui Maurizio Costanzo bruciò in diretta una maglia con la scritta “Mafia made in Italy”.
Nell’esplosione vennero coinvolti tutti i presenti su quella strada ma non ci furono vittime. Chi era nella Mercedes blu rimase illeso. E non ci furono vittime proprio perché lo scoppio venne qualche istante dopo rispetto a quanto designato. Quella incertezza, quindi, è stata decisiva sull’esito dell’attentato. Inoltre, anche un muretto di una scuola fece da protezione all’automobile in cui erano presenti Costanzo e la De Filippi. Dalle indagini e dichiarazioni che ci furono si accertò di come l’attentato fu messo in moto da alcuni mafiosi presenti a Brancaccio. Maurizio Costanzo risultò uno degli obiettivi da eliminare per quello che mostrata nel suo programma.