In pensione nel 2023 a quanti anni? Le possibilità per i lavoratori

A quanti anni si potrà andare in pensione nel 2023? La domanda desta curiosità in tanti lavoratori in attesa di capire se possono sperare di lasciare il mondo del lavoro ad anno nuovo.

La Legge di Bilancio decreterà le nuove uscite pensionistiche per l’anno 2023. Vediamo cosa sappiamo al momento.

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Salvo colpi di scena degli ultimi minuti, nel 2023 ci sarà Quota 103 ad accompagnare i lavoratori verso la pensione. Nonostante si sperasse in un addio alle quote con l’introduzione di sistemi strutturali flessibili dalla parte dei lavoratori, al momento occorrerà accontentarsi perché il Governo non ha avuto molto tempo per ragionare su una rivoluzione del sistema pensionistico. E domani, 29 dicembre, dovrebbe finalmente arrivare il voto finale con fiducia a sciogliere molti dubbi dei cittadini. Non solo in relazione al tema pensioni ma anche con riferimento a numerose altre misure. Gli interventi richiesti all’esecutivo sono vari e molteplici. Gli italiani hanno bisogno di aiuto economico e non solo. In attesa di delucidazioni scopriamo in cosa consiste Quota 103 e a quanti anni permetterà l’uscita dal mondo del lavoro nel 2023.

In pensione nel 2023 con Quota 103, chi favorisce

Quota 103 è un’ennesima forma di pensionamento anticipato proposta ai cittadini dopo Quota 100 e Quota 102 (attiva fino al 31 dicembre 2022). Consente l’uscita dal mondo del lavoro a tutti i lavoratori con 62 anni di età e 41 anni di contributi maturati. Un anticipo, dunque, di ben cinque anni rispetto alla pensione di vecchiaia (67 anni di età e 20 di contributi).

Condizione necessaria sarà, oltre al requisito anagrafico e a quello contributivo – aver maturato un assegno inferiore a cinque volte il trattamento minimo. Inoltre, occorrerà rispettare la finestra temporale di tre mesi se dipendenti privati e di sei mesi se lavoratori del settore pubblico.

Esistono altre possibilità di pensionamento anticipato?

Il numero di contributi richiesto da Quota 103 è alto. Non tutti i lavoratori possono dire di aver iniziato a lavorare a 21 anni tanto da avere già 41 anni di contributi al compimento dei 62 anni. Rimarranno esclusi dalla nuova Quota, dunque, tanti cittadini che, però, desidererebbero uscire dal mondo del lavoro prima della maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia.

Fortunatamente esistono altri scivoli da valutare. Confermate nel 2023, come noto, la pensione anticipata ordinaria e Quota 41 per i lavoratori precoci. Nessun requisito anagrafico da soddisfare ma solamente il raggiungimento dei 41 anni e dieci mesi di contributi per le donne e 42 anni e dieci mesi per gli uomini. Rimangono numeri molto alti. Possibilità migliori per le donne con la conferma di Opzione Donna accessibile a partire dal compimento dei 58 anni e per le categorie dell’APE Sociale. Invalidi con il 74% di disabilità, caregiver, addetti alle mansioni gravose e disoccupati continueranno a poter andare in pensione a 63 anni.

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