Cina e Covid, stop alle quarantene mentre i contagi aumentano: e poi c’è l’influenza…

Dati contradditori arrivano dalla Cina in relazione al Covid 19. L’annuncio è di uno stop alle quarantene obbligatorie per chi arriva dall’estero ma non sono tutte rose e fiori.

Da un lato la cancellazione di un’altra restrizione a partire dall’8 gennaio, dall’altro indiscrezioni che parlano di una nuova ondata di contagi in Cina.

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L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dei dubbi su quanto stia accadendo in Cina. Video e indiscrezioni riportano ospedali al collasso a Pechino, terapie intensive strapiene e mancanza di apparecchi respiratori con una stima di 248 milioni nuovi casi in venti giorni. Nello stesso tempo, la Cina ha smesso di riportare il numero totale di infezioni dal momento in cui è stata abbandonata la politica zero Covid. Eppure, il capo economista della società di consulenza MetroDataTech Chen Qin riferisce come questa ondata di contagi sia solo all’inizio e che il picco verrà raggiungerà entro la fine di gennaio. Diventa incomprensibile, qualora tali previsioni risultassero veritiere, la decisione di cancellare la quarantena per chi viene dall’estero a partire dall’8 gennaio. Tale scelta è stata annunciata dalle autorità sanitarie cinesi che ormai hanno intrapreso la strada verso l’allentamento progressivo di tutte le misure anti Covid.

Il Covid in Cina e i dati poco chiari

L’Oms e gli Stati Uniti chiedono a Pechino maggiore trasparenza. Se in Cina si scatenasse una nuova pandemia da Covid le ripercussioni sarebbero nuovamente a livello globale. Da qui l’esigenza di conoscere la verità per non arrivare impreparati ad eventuali nuovi varianti più aggressive e pericolose rispetto ad Omicron.

Nonostante la paura che tutto ricominci, la Cina ha deciso di consentire ai viaggiatori di abolire la quarantena e di entrare nel Paese solamente con il risultato di un test negativo. Nel frattempo, Tesla ha sospeso la produzione per altri otto giorni rispetto al tempo previsto originariamente. Lo stabilimento di Shangai rimarrà, dunque, provvisoriamente ancora chiuso non solo perché le richieste sono diminuite ma anche per l‘aumento dei contagi tra i dipendenti. La produzione riprenderà il 2 gennaio 2023.

E in Italia?

In Italia la preoccupazione di una nuova ondata Covid spaventa terribilmente dati che al momento è arrivata l’influenza australiana ad indebolire le persone. Una convergenza tra due virus aggressivi sarebbe devastante e complicherebbe ulteriormente una situazione che in queste festività è peggiorata.

Milioni di persone sono a letto con febbre alta, tosse, mal di gola e i normali antipiretici utilizzati per contrastare l’influenza stagionale sembrerebbero non bastare. Poi ci sono i virus sinciziali a causare complicazioni nei bambini e abbassare le difese immunitarie. In conclusione, se la Cina dovesse trovarsi in una nuova emergenza pandemica – come ipotizzano Oms e Stati Uniti – sarebbe meglio che corresse subito ai ripari affinché nuove varianti non arrivino anche in Europa.

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