In pensione con uno stipendio di 1300 euro al mese: questa è la verità sull’importo pagato dall’INPS ogni mese

A quanto ammonta la pensione con 1300 euro di stipendio, cosa sapere su calcoli e quali gli elementi da considerare: i dettagli a seguire

C’è sempre grande attenzione quando si parla di pensione, con la curiosità, i calcoli e gli aspetti da sapere circa quanto si andrà a prendere, ad esempio nel caso di uno stipendio da 1300 euro.

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Qual è dunque la pensione che si va prendere con uno stipendio da 1300 euro mensili, quali i calcoli e a quanto ammonta, e ancora quali aspetti considerare come anni di età anagrafica e anzianità dal punto di vista dei contributi.

Al fine del calcolo degli importo di un anno, oppure di un mese circa la pensione, occorre essere a conoscenza delle cifre esatte della retribuzione lorda annua della persona che lavora. Così come dell’età e degli anni circa i contributi versati.

Percepire lo stipendio pari a mille e trecento euro mensili sta a significare, al lordo, una retribuzione che ammonta su per giù a venticinque mila euro all’anno. Con sessantasette anni di età anagrafica e quaranta di contributi, si avrà modo di maturare un assegno pensionistico all’incirca di 1150 euro netti mensili.

Nel caso di anzianità contributiva minore tale importo lo si dovrà rivedere al ribasso. Per esempio nel caso di trent’anni di contributi, si andrebbe ad avere un assegno pensionistico pari ad ottocento euro mensili. Così come nel caso di un’età più bassa.

Pensione, a quanto ammonta, calcoli e casi: alcuni esempi

Diversi sono gli aspetti che destano attenzione ed interesse quando si parla di Economia. Ad esempio come nel caso della pensione di reversibilità: qui i dettagli sugli aumenti – rivalutazione, chi riguarda e altri aspetti.

Tornando però al punto in oggetto, si pensi a coloro che accederanno alla pensione mediante Quota 102. Vi sarà la maturazione di un assegno che si aggira sui mille euro netti mensili. Dunque, ad aver un impatto sui valori degli assegni pensionistici vi sanno gli anni contributivi, l’età anagrafica, la retribuzione annua lorda.

Proprio mediante tali aspetti è possibile compiere delle ipotesi, fare degli esempi in modo da notare aspetti, differenze e farsi un’idea un po’ più chiara in merito.

Pensione e calcoli, a quanto ammonta: primo caso

Nel primo caso ipotesi, si potrebbe considerare un soggetto di sessantasette anni, che abbia quarant’anni di contributi versati e, per quanto attiene la retribuzione lorda annua, di venticinque mila euro. Dunque, in sostanza, all’incirca mille e trecento euro netti mensili.

Si consideri che tale lavoratore abbia svolto la propria attività senza interruzioni a partire dal 1982 e sino al 2022,andando a maturare tredici anni di contributi entro il 1995. E poi gli altri ventisette sin dal 1996 fino ad arrivare al presente.

I calcoli vedranno l’impiego del sistema misto. Per quanto concerne i contributi sino al 1995, lo si farà col retributivo.Gli altri, dunque dal 1996 in poi, col contributivo.

Rispetto alla prima quota, si considererà l’aliquota del due per cento, che si va a moltiplicare per anni di contributi, ovvero tredici, la quale va ad incidere sulle ultime retribuzioni (lordo) avute. Di soliti quelle più alte, come per esempio ventotto mila euro.

Dunque, il ventisei per cento di 28  mila euro equivale a 7280 euro. Ciò, il valore rispetto alla prima quota.

Per quanto concerne la seconda quota invece, si dovrà andare ad individuare il montante contributivo. Su quest’ultimo, bisognerà applicarvi il coefficiente di trasformazione. Questi, a partire da 01.01.23, saranno modificati.

In merito al montante contributivo di una persona lavoratrice con ventisette anni di contributi, e una retribuzione annua lorda di venticinquesima euro, equivale è 222.750 euro. Su questo si va ad applicare il suddetto coefficiente di trasformazione del 5.75 per cento (sessantasette anni).

Il risultato è di 12.418 euro. Ciò per quanto attiene la seconda quota. Andando a sommare ambedue le quote, ovvero i rispettivi valori, si avrà l’importo di 1 anno circa la pensione lorda. E dunque 19.698, su per giù 1500 euro al mese al lordo. Rispetto al netto si è sui 1150.

Secondo caso

Cambiando esempio, si consideri la stessa retribuzione all’anno lorda, quindi ancora venticinque mila euro. E così come per l’età, la stessa, sessantasette anni. Si vada a considerare però un minor numero di anni di contributi,passando da quaranta a trenta in tal caso.

Il risultato chiaramente equivarrà ad un importo pensionistico più basso. Si consideri una persona lavoratrice che lavori dal 1982, ma che abbia dei buchi contributivi all’interno della propria carriera. La maturazione è di dieci anni di contributi sino al 1995. Poi venti dal 1996 al presente attuale.

Andando ad applicare gli stessi calcoli fatti in precedenza, ma secondo tale caso, la prima quota sarà equivalente a 5600euro. Mentre la seconda, a 9189 euro. Nel totale, si avrà 14.800 euro annui di assegno pensionistico al lordo. Ovverosia 1138 lordi mensili, al netto invece ottocento circa.

Terzo caso

Nel terzo e ultimo caso, si consideri un esempio diverso, variando la tipologia di pensione e virando su quella anticipata ordinaria. Ovvero quarantadue anni e dieci mesi di contributi per quanto riguarda gli uomini. Invece, per le donne, quarantuno anni e dieci mesi di contributi.

In questo caso quanto si andrà a percepire di pensione, quali i calcoli restando nell’ipotesi di 1300 euro mensili di stipendio? Si ponga il caso di un lavoratore di sessantacinque anni, con quarantadue anni di contributi versati e retribuzione al lordo, all’anno, di venticinque mila euro.

Tale soggetto riceverebbe più o meno 1150 euro netti mensili in merito alla pensione, a dispetto di uno stipendio pari a 1300 euro. Calando l’età, e dunque sessantadue e quarantadue di contributi, gli importi sarebbero più o meno di 1120euro netti mensili. A dispetto di uno stipendio di 1300 euro netti mensili.

E nel caso di un lavoratore che volesse accedere mediante Quota 102, dunque a sessantaquattro anni di età anagrafica e trentotto di contributi, stante la medesima retribuzione annua al lordo di 25 mila euro? Il soggetto andrebbe a maturare un assegno pensionistico di poco maggiore ai mille euro netti mensili.

Questi, alcuni casi, esempi e dettagli in merito. Ad ogni modo per saperne maggiormente e per chiarire eventuali dubbi, è opportuno approfondire ed informarsi, anche presso soggetti competenti del campo.

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