Aumenta la pensione di reversibilità: la novità della rivalutazione non coinvolge tutti

A gennaio avverrà la perequazione delle pensioni. È prevista anche la rivalutazione della reversibilità, con significativi aumenti.

Il meccanismo della perequazione è previsto ogni anno, a gennaio. Il prossimo anno, la rivalutazione degli assegni di pensione, sarà piuttosto generoso per effetto del tasso di inflazione schizzato alle stelle nel corso del 2022.

Rivalutazione della reversibilità
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Dunque, i vedovi e le vedove assisteranno anche ad una rivalutazione della reversibilità. Dopotutto, anche questo contributo economico rientra tra le pensioni e, perciò, deve essere rivalutato in base al costo della vita.

In base alle informazioni attualmente a nostra disposizione, la rivalutazione della reversibilità, prevista per gennaio 2020, sarà pari al 8,8%. Ma non sarà così generosa per tutti.

Rivalutazione della reversibilità: cosa accadrà a gennaio

A gennaio 2023 è prevista la rivalutazione della reversibilità e degli altri assegni di pensione. Lo scopo è quello di adeguare tali importi al reale costo della vita. Dopotutto, il tasso di inflazione schizzato alle stelle, nel corso del 2022, ha eroso notevolmente il potere di acquisto di tali assegni.

Ogni modo la perequazione avverrà in maniera automatica e prevede la perequazione 8,8% per i trattamenti sotto il minimo. Anzi, per questa tipologia di trattamenti, particolarmente bassi, è previsto anche un aumento del 1,5% di rivalutazione, invia eccezionale solo per il 2023.

In sostanza l’aliquota di indicizzazione piena è del 7,3%, a cui va aggiunta la percentuale del 1,5%, ottenendo appunto una rivalutazione della reversibilità del 8,8%.

È doveroso ricordare che una parte degli aumenti, per le pensioni fino a 2692,32 euro, è già stato anticipato a novembre 2022. Ci stiamo riferendo all’anticipo della rivalutazione voluto dal Decreto aiuti bis.

Di conseguenza, coloro che hanno già ottenuto un anticipo sulla perequazione del 2% a gennaio riceveranno la quota rimanente. Ad ogni modo, gli indicatori Istat presi in considerazione per il calcolo della possibile perequazione di gennaio 2023 non sono definitivi. Ciò vuol dire che, come accaduto a gennaio 2022, anche per il 2023 potrebbe verificarsi un conguaglio ulteriore.

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