Conto corrente, pignoramenti velocissimi dopo la Legge di Bilancio 2024: cosa cambia nella fattispecie

Il pignoramento dei conti corrente dopo la Legge di Bilancio 2024 sarà velocissimo e inevitabile: ecco cosa cambia e come funzionerà.

Il pignoramento della liquidità presente sui conti correnti intestati a un cittadino insolvente è già previsto dalla legge. In pratica, se l’Agenzia delle Entrate riscontra un’insolvenza sul pagamento delle imposte può bloccare il conto del cittadino moroso per destinare al fisco il denaro che vi è depositato.

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Come funzionerà il pignoramento del conto corrente nel 2024? – internet.tuttogratis.it

Questo procedimento è legale e in essere da molto tempo, quindi la nuova Legge di Bilancio 2024 non introduce alcuna novità essenziale ma diverse novità procedurali. L’obiettivo, come ribadito più volte dal governo, è rendere più veloci e più efficaci gli interventi dell’Agenzia delle Entrate per contrastare l’evasione fiscale. Non rimane quindi che capire in cosa consistano queste novità e cosa cambia di fatto per i contribuenti.

Legge di Bilancio 2024: le novità sul pignoramento dei conti correnti

Per verificare se sui conti correnti di un cittadini ci sono abbastanza fondi per saldare il suo debito con lo Stato, oggi l’Agenzia delle Entrate deve affacciarsi sull’Anagrafe dei rapporti finanziari. In pratica oggi lo Stato deve ottenere il permesso del giudice per verificare i fondi effettivamente presenti sui conti di un cittadino.

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Tutti gli step prima del pignoramento -internet.tuttogratis.it

Se il testo della nuova legge di Bilancio dovesse essere approvato esattamente com’è ora, dal 2024 non ci sarà più bisogno di alcuna autorizzazione e l’Agenzia delle Entrate potrà servirsi di strumenti telematici per entrare nei conti dei cittadini e verificare quanto posseggono effettivamente. A questo punto l’Agenzia potrebbe decidere di procedere al pignoramento.

Prima di questo passaggio però l’Agenzia dovrà inviare la notifica di una cartella esattoriale o di un accertamento al cittadino su cui sta indagando. Dopo l’invio di tale notifica il cittadino ha 60 giorni di tempo per fare ricorso al giudice nel caso in cui ritenga che ci sia un errore.

Dopo 12 mesi dalla ricezione della cartella esattoriale l’Esattore dovrà sollecitare ulteriormente il cittadino con una intimazione di pagamento. Se questo sollecito non dovesse essere inviato nei tempi stabilito, l’Agenzia non potrà più procedere al pignoramento.

Se, anche dopo aver ricevuto due avvisi, il cittadino non avrà ancora pagato, l’Agenzia delle Entrate potrà richiedere un collegamento telematico diretto per accertare la quantità di fondi presenti sui conti e, se ce ne fossero, effettivamente procedere al pignoramento del conto corrente. Il pignoramento avverrà con una comunicazione diretta dell’Agenzia all’Istituto di Credito presso cui è allocato il conto.

Alla Banca verrà ordinato di stornare dalle somme presenti sui conti quanto il cittadino deve allo Stato allo scopo di regolarizzare la sua posizione con il fisco. Anche in questo caso però prima del prelievo il cittadino deve ricevere una comunicazione e anche in quel caso ha 30 giorni per pagare di propria volontà.

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