I malintenzionati sono sempre in agguato, ecco perché è importante conoscere i pericoli, anche virtuali e sapere come difendersi.
Le truffe, dall’inizio del 2023, si stanno susseguendo a macchia d’olio, e il problema è che non si limitano più a inganni telefonici o di persona, ma sono sempre diffusi i cybercrime.
Ma in che cosa consistono esattamente? Prima di approfondire la questione, è importante sapere che il progresso sta andando avanti, e più va avanti più, chiaramente, ci sono dei lati positivi e negativi.
Positivi perché per chi non è malintenzionato, la tecnologia è un modo incredibile per fare grossi passi avanti in diversi ambiti della propria vita, negativi perché chi come i truffatori, cercano di ingannare malcapitati e trarne vantaggio sottraendo denaro, ha un’arma in più per riuscire nei suoi brutti intenti.
Sappiamo bene che è importante difendersi dalle truffe soprattutto online, dove gli hacker sono sempre in agguato con finti siti e fingendo di essere enti autorizzati, a rubare dati personali e credenziali per accedere ai conti degli utenti.
Stare all’erta è un monito da tenere sempre a mente, e soprattutto ricordare che nessuno chiede dati personali né tantomeno credenziali attraverso un sito, soprattutto se sono password di account come quello delle Poste, ad esempio.
Ma i truffatori hanno, da qualche tempo, iniziato a sfruttare nuovi modi per ingannare gli utenti. Ecco come lo fanno.
Rapimento virtuale, il nuovo rischio online: in cosa consiste e come tutelarsi
Da quando sono in essere intelligenza artificiale (AI) e machine learning (ML), di certo la tecnologia sta mostrando grandi progressi in ogni campo.
Tuttavia, come sempre accade, anche i truffatori possono accedere a questi sistemi e usarli per i loro loschi progetti. Sono diversi, infatti, i casi di estorsioni e truffe compiute tramite tali sistemi, tra cui anche il “rapimento virtuale“.
Tra le truffe più frequenti, ci sono quelle messe in atto creando file di finti audio vocali prodotti dall’intelligenza artificiale, chiamati audio deepfake. Possono essere creati usando info biometriche da contenuti postati su TikTok, Facebook, Instagram e quant’altro.
Questo meccanismo è usato dai truffatori per creare vocali falsi che riescono a riprodurre la voce precisa di una determinata persona, che poi è usata per estorsioni e truffe di vario tipo.
Negli Usa, in Arizona, nell’aprile scorso, una donna, Jennifer De Stefano, è stata contattata da ignoti che hanno inscenato il rapimento della figlia di 15 anni della donna, fingendo che quella fosse proprio la voce della ragazza e chiedendo come riscatto, 50 mila dollari.
Fortunatamente, però, prima che la donna pagasse, ha scoperto che la figlia stava bene e nessuno l’aveva rapita. La polizia ha poi scoperto che si trattava di una truffa con audio deepfake.