La novità era da tempo nell’aria, ma adesso ha assunto carattere ufficiale: l’Agenzia delle Entrate Riscossione sparirà.
Enorme o epocale? Comunque la si voglia chiamare, sta di fatto che è una svolta che sconquassa il panorama fiscale nostrano.
L’Agenzia delle Entrate Riscossione, l’ente che si occupa di riscuotere i tributi, sarà incorporata nell’Agenzia delle Entrate gradualmente.
Ad annunciare questo cambio di rotta è la legge fiscale 111/2023, il cui scopo è di rendere i procedimenti di riscossione più rapidi e snelli.
I motivi dietro l’addio all’Agenzia delle Entrate Riscossione
Quindi, da una parte riscuotere le tasse diventa più veloce, mentre dall’altra i tempi di attesa da parte dei contribuenti saranno maggiormente ridotti.
La cartella dovrà essere notificata entro nove mesi a partire dalla trasmissione della partita. Ciò per rendere più veloce, eliminando tutte quelle fastidiose e lunghe fasi burocratiche.
Ma non finisce qui. È prevista un’ulteriore estensione dell’accertamento esecutivo a favore di settore che finora erano stati esclusi, tipo i controlli automatizzati delle dichiarazioni e le imposte indirette sui trasferimenti.
È doveroso ricordare che un accertamento che avviene subito annulla il passaggio della notifica intermedio della cartella esattoriale, la quale a sua volta resterà valida al di là del limite di un anno attuale.
Le banche collaboreranno in modo più stretto con l’Agenzia delle Entrate, soprattutto nell’ambito del pignoramento del conto corrente.
Attenzione, però: ciò avviene rispettando i diritti dei contribuenti. Se così non fosse, si minerebbe il delicato equilibrio tra istituzioni fiscali e cittadini.
Tradotto in semplici parole, l’Agenzia potrà accedere alle informazioni finanziarie di ogni contribuente, senza però prelevare automaticamente e in maniera forzosa il denaro sul conto.
La finalità è soltanto quella di poter controllare se sono disponibili fondi sul conto sottoposto a pignoramento in modo da consentire all’agente della riscossione di agire.
Cambierà anche il modo in cui verranno gestiti i cosiddetti crediti inesigibili. Una volta accertato che è impossibile recuperare il denaro necessario, il credito verrà ceduto a terzi, sempre seguendo la procedura di evidenza pubblica.
Più rateizzazione rispetto al passato
Al cittadino, inoltre, verrà concesso più tempo per pagare all’erario i suoi debiti. Ad esempio, le rate passeranno dagli attuali 72 a 120.
Per ciò che concerne i coobbligati, la normativa nuova offrirà un approccio più rispettoso e trasparente nei riguardi dei contribuenti.
In pratica, gli verrà inviata una notifica di accertamento esecutivo; in questo modo avranno maggiore tutela durante il procedimento di recupero coattivo.
Innovazioni queste che, con l’accorpamento Agenzia delle Entrate/Agenzia delle Entrate Riscossione, mirano a trasformare il sistema fiscale in qualcosa di più trasparente, efficiente e più prossimo alle esigenze di ogni contribuente.
Da tempo si attendeva una riforma del genere. La speranza è che riesca effettivamente a migliorare il rapporto tra i cittadini e lo Stato.