Ben 800mila partite Iva potrebbero essere chiuse d’ufficio dall’Agenzia delle Entrate. Per quale motivo? Scopriamo cosa sta succedendo e come difendersi.
Molti professionisti e imprese sono in pericolo. L’Agenzia delle Entrate ha cominciato la caccia alle partite Iva inattive da troppo tempo, in virtù di quanto stabilito dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi.
Al 31 luglio 2023 risultavano circa 800 mila partite Iva ferme da almeno 3 anni, che rischiano la cancellazione. La misura è finalizzata anche a punire quelle che sono state aperte soltanto con fini fraudolenti e che hanno smesso di funzionare solo dopo qualche mese.
Il Testo Unico delle Imposte sui Redditi (D.P.R n. 917 del 22 dicembre 1986) specifica che l’Agenzia delle Entrate ha il potere di chiudere d’ufficio tutte le partite Iva che non presentano la Dichiarazione Iva da almeno 3 anni e che non possiedono redditi di impresa o da lavoro autonomo.
Per capire quali sono in pericolo, bisognerà prendere in considerazione i dati del 2019, del 2020 e del 2021.
La chiusura d’ufficio non sarà, però, brusca ma sarà preceduta da una comunicazione da parte dell’Agenzia delle Entrate, nella quale sarà indicata la data entro la quale potrebbe avvenire la cancellazione.
A partire dalla ricezione dell’avvertimento, i titolari avranno 60 giorni a disposizione per avanzare chiarimenti sui motivi di inattività, negli ultimi 3 anni, delle proprie partite Iva ed evitare, in questo modo, la chiusura.
Ma l’inattività non è l’unico caso in cui si rischia di ricevere la comunicazione da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Chiusura d’ufficio della partita Iva: chi è in pericolo e cosa si può fare per evitarla?
Particolare attenzione meritano anche i professionisti o le imprese che subiranno la cessazione d’ufficio delle partite Iva non per inattività ma a causa di una “grave e/o sistematica evasione e inadempimento fiscale“.
La normativa fa riferimento alle cd. partite Iva apri e chiudi, create al solo scopo di compiere una certa attività (di solito illecita) per, poi, chiudere repentinamente prima di pagare le tasse dovute.
Secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate, attualmente sono quasi 500 le attività che rientrerebbero in tale categoria e che l’Ente sta verificando. Nei mesi precedenti, erano già state chiude d’ufficio 1.200 partite Iva, individuate grazie ai nuovi controlli predisposti dalla Legge di Bilancio 2023.
Nel momento in cui l’Agenzia delle Entrate dovesse appurare il pericolo, la chiusura non potrà più essere evitata. L’unica opzione disponibile è l’apertura di una nuova Partita Iva che, però, dovrà essere accompagnata da una fideiussione di 3 anni di almeno 50mila euro (o, in ogni caso, di importo non inferiore all’ammontare delle violazioni accertate).