Ci sono una serie di importanti accorgimenti in merito a ciò che l’Agenzia delle Entrate può o non può pignorare ed è bene conoscere tutte le regole.
Quando si affronta lo spinoso argomento relativo alle inadempienze tributarie, è bene che i contribuenti siano consapevoli del fatto che è estremamente importante rimanere sempre aggiornati in merito alle novità in materia. Tanto più dopo il passaggio da Equitalia all’Agenzia delle Entrate delle competenze in merito ai protocolli riguardanti la riscossione dei tributi che non sono stati versati e alla possibilità di pignoramento.
Esiste una salvaguardia di base, prevista dall’ordinamento giuridico, per coloro che si trovano in difficoltà economiche e che posseggono un singolo immobile residenziale. Ma i contribuenti devono verificare nello specifico, sondando le varie normative, per capire quali beni siano esenti dal rischio di pignoramento per mano delle autorità fiscali. Il pericolo più grande in tal senso è chiamato ‘esecuzione forzata’ e prevede che i beni di un debitore diventino oggetto di asta pubblica.
Agenzia delle Entrate, quali beni può pignorare e quali no? Facciamo chiarezza
Ma, di contro, i contribuenti devono anche essere consapevoli del fatto che esistono sette specifici beni che non possono essere pignorati dall’Agenzia delle Entrate. Una di queste limitazioni prevede, qualora il contribuente abbia una posizione debitoria inferiore a 20mila euro, che l’immobile non possa essere ipotecato; questo solo nel caso in cui l’ambito sia quello dei debiti fiscali perché in generale nel settore privato il pignoramento immobiliare è potenzialmente consentito per qualsiasi somma.
La casa, inoltre, non può essere pignorata qualora il contribuente abbia accumulato un debito inferiore a 120mila euro ed il valore degli immobili non superi tale cifra. Idem qualora il debitore possegga solo il singolo immobile che, inoltre, risulti accatastato come residenziale ma non di lusso. In questo caso non si rischia il sequestro anche qualora il debito superi i 120mila euro. Nel caso in cui la casa sia però inclusa nel patrimonio del debitore, l’immobile non risulta tutelato e, si legge nella normativa, “il fisco è tenuto al pignoramento della casa conferita al patrimonio dal debitore”.
I beni familiari non sequestrabili
Ecco invece quali sono i beni familiari che risultano esenti dalla confisca ovvero non sono pignorabili. Si tratta di armadi, cassettiere, sedie ma anche letti, fornelli, frigoriferi, utensili per la cucina o per la casa e ancora lavatrici e alcuni mobili. Si tratta cioè di beni essenziali sia per il debitore che per i familiari che vivono con lui, pertanto l’ufficiale giudiziario non li può sottoporre a sequestro.
Questo a meno che non abbiamo un acclarato valore artistico o siano antichi. Per quanto riguarda l’auto invece, se viene usata per ragioni lavorative da parte di un imprenditore o di un professionista, la cessazione d’uso non è considerata ammissibile. Immuni al pignoramento sono anche le polizze assicurative sulla vita. Mentre i conti correnti cointestati possono essere pignorati solo fino al 50%.