E se Facebook sapesse di te molto più di quello che vorresti? Il rischio viene da una app che forse usi da tempo.
L’utilizzo delle app che permettono di fare login con i propri dati personali rendono la vita molto più facile. O forse no? Perché ogni volta che il tuo account Facebook viene collegato ad una qualsiasi app, dati di quasi qualunque natura riguardo la tua attività sull’app vengono inviati anche a Facebook.
Esistono alcune regole che riguardano la privacy e nel caso specifico, a seguito del piccolo scandalo emerso dopo un’analisi di un gruppo specializzato proprio in difesa dei dati personali, questi dati a quanto pare abbiano smesso di fluire ma il problema si è generato, o meglio è stato portato all’attenzione del pubblico di utenti, e soprattutto potrebbe continuare a riguardare altre app, altri sistemi, altri dati sensibili.
I social come Facebook, Instagram, ma anche TikTok e tutti gli altri vivono sulla quantità di dati e informazioni che gli utenti, condividendo pensieri, immagini e video, automaticamente lasciano in rete. Perché, e vale sempre la pena ricordarlo, non esiste “gratis” su internet.
Facebook sa tutto di te, anche se non glielo dici
Se qualcosa è gratuito, a meno di non trattarsi di piattaforme e software open source, stai pagando con i tuoi dati personali che vengono poi utilizzati dalle piattaforme per fornirti molto spesso pubblicità targettizzate per le quali entità terze pagano, fornendo alle varie realtà online la loro principale forma di sostentamento.
Fatta questa dovuta premessa, un po’ di tempo fa si è aperta una questione relativa proprio alla privacy e in particolare ai dati che a Facebook venivano inviati da due app utilizzate dalle donne per tenere traccia del proprio ciclo o, al contrario, per cercare di rimanere incinte. Tutti i dati inseriti in queste due app, Maya e MIA FEM, è saltato fuori che finivano instradati verso Facebook a causa della presenza di un Software Development Kit.
Per quello che riguarda Maya, la dinamica SDK è stata rimossa mentre non è chiaro come i gestori di MIA abbiano affrontato la questione relativa ai dati personali raccolti e utilizzati. Ma a prescindere dal fatto che ora il flusso di dati possa o meno essere stato interrotto rimane la domanda su quante volte hai acconsentito al trattamento e all’utilizzo dei tuoi dati personali, anche di quelli più sensibili, senza conoscere i reali destinatari di quei dati.