I percettori delle pensioni minime hanno potuto beneficiare di un aumento da luglio ma è previsto un nuovo scatto all’insù? Ecco qual è lo scenario attuale.
Vivere con una pensione minima è tutt’altro che semplice e chi non ha soldi da parte potrebbe trovarsi in seria difficoltà nel riuscire ad arrivare alla fine del mese. Da luglio 2023 però i percettori di questo introito hanno potuto respirare una boccata di ossigeno grazie ad un aumento del trattamento, peraltro comprensivo di tutti gli arretrati a partire dal 1° gennaio 2023.
E che è stato confermato almeno fino al 31 dicembre 2023. Questo tenendo conto sia del tasso di inflazione che dell’età dei contribuenti. Ma cosa accadrà a partire dal 2024? Le pensioni minime cresceranno ancora avvicinandosi ai 700 euro mensili o potrebbe tornare tutto come prima?
Al momento si tratta di un’ipotesi ma se ne sta discutendo con una certa insistenza: stiamo parlando della possibilità di un nuovo scatto all’insù delle pensioni a partire dal 2024, il tutto nel contesto di un sistema previdenziale che a partire dai primi mesi del prossimo anno, andrà ad accompagnare i lavoratori all’uscita.
Pensioni minime, aumenteranno ancora? Lo scenario attuale e le previsioni per il 2024
Se la decisione dovesse essere presa le pensioni minime potrebbero essere portate a 700 euro mensili. Del resto l’Inps, nel segnalare l’incremento riconosciuto per legge a chi riceve trattamenti pensionistici di importo uguale o inferiore al minimo, ha parlato di un periodo di tempo compreso tra il primo gennaio 2023 ed il 31 dicembre 2024.
Questo in virtù della legge 197/2022 che fa riferimento agli scatti pensionistici in relazione al tasso di inflazione. Per l’anno in corso è stato di 1,5 punti percentuali con alcuni limiti anagrafici mentre per il 2024 potrebbe toccare i 2,7 punti percentuali e senza vincoli legati all’età.
Non si tratta però di misure strutturali bensì di aggiustamenti una tantum che vanno a tamponare il calo del potere d’acquisto del pensionato a causa del repentino aumento dell’inflazione.
Qualora il Governo dovesse decidere di mettere in campo risorse ulteriori si andrebbe dunque a puntare ai 1000 euro mensili, quantomeno avvicinandosi a tale importo. Resta però solo un’ipotesi, più aleatoria rispetto a quella dei 700 euro, un passaggio chiave che consentirebbe di avvicinarsi progressivamente a quella quota.
Ma che riguarderà, in ogni caso, solo i pensionati con un’età superiore a 75 anni. La rivalutazione degli importi sulla base dell’aumento dell’inflazione e dei dati Istat dovrebbe portare l’importo attuale di 563,74 euro a circa 600 euro.
Questo basandosi sulle previsioni del Def e alla possibilità di un incremento del 5% e del conguaglio dello 0,8% del 2022. Per avvicinarsi ai 700 euro occorrerà sommare a tali importi la rivalutazione straordinaria che lo Stato ha già confermato con la legge di bilancio.
Aggiungendo dunque un ulteriore 2,7% con importi che arriverebbero a 615,09 euro. Da qui la possibilità che il Governo Meloni aggiunga ulteriori fondi per toccare i 700 euro mensili. Per poi valutare gli step successivi di raggiungimento della cifra a tre zeri.