Attenzione a interagire troppo con l’Intelligenza Artificiale, perché come tutte le tecnologie non è esente da rischi.
L’avvento di ChatGPT ha sicuramente portato una ventata di eccitazione ed entusiasmo e tutti abbiamo certamente provato a “dialogare” con l’intelligenza artificiale. Non dobbiamo però abbassare la guardia. Le tecnologie innovative come l’IA non sono ancora completamente a regime, non mancano i dubbi e preoccupazioni sollevate dagli stessi creatori, oltre da chi le utilizza quotidianamente.
In gioco, oltre all’imprevedibilità della “crescita di consapevolezza” delle macchine, c’è anche la privacy. Questo argomento è sempre un tema caldo e oggi più che mai; ecco perché i Governi stanno cercando di stilare linee guida affinché le regolamentazioni siano chiare e non comportino danni ai consumatori.
Mentre chi di dovere “aggiusta le cose”, noi cittadini comuni non possiamo fare altro che auto-tutelarci. Ecco cosa consigliano gli esperti. Ormai siamo abituati a condividere i nostri dati (anche quelli più preziosi) con i vari dispositivi, ma questo non significa che abbiamo la sicurezza al 100%.
Intelligenza Artificiale sì, ma con cautela: ecco cosa non devi mai fare quando chatti
Basti pensare a quante frodi, tentativi di Phishing, malware e spyware girano via mail, via WhatsApp e in ogni tablet, smartphone o pc. Anche l’IA non è esente da questo tipo di problematica. Tra l’altro la sua stessa natura (ovvero quella di evolversi utilizzando le informazioni che gli arrivano) ci rende tutti più vulnerabili.
Forse a qualcuno è già capitato di vedersi chiedere da Bing o da ChatGPT la email, magari per inviargli immagini o video. Ebbene, questo è un dato che sarebbe meglio non condividere con l’IA, così come il proprio nome e cognome completo, l’indirizzo, il numero di cellulare, il codice fiscale e così via.
Se un hacker riesce a violare il sistema immaginiamo bene cosa possa fare con dati così preziosi. Ancora peggio, dunque, condividere informazioni come le credenziali bancarie, l’IBAN, i numeri di carte di credito o le password dei social e dei vari account. Sono tutte informazioni che a Bing o altri bot non servono per rispondere meglio alle nostre domande, ma sono dati che in mano alle persone sbagliate possono arrecarci molti danni.
Infine, dagli esperti arriva un altro suggerimento: potremmo essere tentati di chiedere alla chat di OpenAI qualche consiglio su come risolvere un problema di salute. Ebbene, anche se nelle risposte c’è sempre un disclaimer, meglio non prendere alla lettera i consigli “medici” dati dalle chat. In caso di dubbio è sempre meglio contattare il medico di famiglia.