La pensione sembra sempre più un sogno lontano, ma non disperate: c’è una possibilità che vi salverà se iniziate in tempo.
Dire che il mercato del lavoro oggigiorno è incerto è ribadire l’ovvio, e i pensionati che non ricevono abbastanza da arrivare alla fine del mese potrebbero pensare di investire in una forma di previdenza complementare da affiancare all’Inps assegnato. Buone notizie su questo: c’è un investimento che pesa poco durante gli anni di accantonamento, ma farà la differenza al momento del riscatto della somma finale.
La soluzione di cui stiamo parlando si chiama pensione integrativa, che si può creare aderendo a una delle soluzioni proposte dal mercato assicurativo. Queste sono un fondo negoziale chiuso, per categorie previste da contratti o accordi aziendali, un fondo aperto per qualsiasi categoria e un piano individuale pensionistico, un contratto assicurativo sulla vita previdenziale ad adesione individuale.
Questa pensione permette di chiedere il riscatto totale o parziale in caso di spese impreviste o perdita dei requisiti per l’adesione individuale sulla base di posizione lavorativa o contratto nazionale. Può essere sottoscritta a favore di un familiare maggiorenne fiscalmente a carico ed è reversibile in caso di decesso.
Pensione integrativa: tutti i dettagli
Approfondiamo, quindi, le opzioni individuali che possiamo scegliere per la nostra pensione integrativa.
Il fondo chiuso si istituisce con gli accordi tra lavoratori e datori di lavoro. Rappresenta un soggetto giuridico autonomo dagli aderenti ed è formato dall’assemblea, gli organi di amministrazione e controllo e il responsabile del fondo. Gli organi citati sono costituiti per metà dai rappresentati dei lavori iscritti e per l’altra metà dai rappresentanti dei datori di lavoro.
I fondi aperti, invece, sono costituiti direttamente da banche, compagnie di assicurazione o società di gestione del risparmio, per poi essere collocati presso il pubblico. Si tratta di una forma di previdenza individuale, a cui possono aderire i singoli lavoratori autonomi, i liberi professionisti e i lavoratori dipendenti, e la somma del fondo è decisa dall’interessato. Esiste una Commissione che vigila sulla trasparenza e convenienza dell’offerta derivante da questo tipo di fondo.
Infine il piano individuale pensionistico viene stipulato tramite assicurazioni sulla vita. Si tratta di un piano con versamenti molto personalizzabili, potendo aumentare o ridurre l’importo di ogni pagamento come anche sospenderli interamente. Questo tipo di piano è gestito da un’impresa di assicurazione, che stabilisce con il lavoratore o libero professionista aderente l’importo e la periodicità della contribuzione, che, ribadiamo, possono essere modificate col tempo.
I contributi versati dal lavoratore e dal datore di lavoro alle forme complementari sono deducibili dal reddito complessivo, fino a un importo annuo di 5.164,57 euro. Di conseguenza il risparmio di imposta è tanto più alto quando più è elevata l’aliquota Irpef marginale. I contributi che si computano nel limite annuo menzionato sono quello del lavoratore e quello eventuale del datore di lavoro. I contributi eccedenti questo tetto non hanno nessun beneficio fiscale immediato, ma formano una quota di prestazione esclusa da tassazione. Il lavoratore dovrà quindi dare alla forma pensionistica complementare l’importo non dedotto o che non sarà dedotto nella dichiarazione dei redditi entro il 31 dicembre dell’anno successivo al versamento.