Rimanere ancorati al passato può impedire di vivere il presente e pensare al futuro. Se usi spesso queste frasi allora c’è un problema da riconoscere.
Chi ha subito traumi in passato non sempre riesce a lasciarli alle spalle. Come scoprire se ciò che è accaduto ieri influisce negativamente oggi?
Ogni persona inizia a costruire il proprio IO durante l’infanzia. Quando si nasce non si ha la consapevolezza di essere un individuo diverso dagli altri. Tale riconoscimento si acquista nel tempo, tappa dopo tappa. Pian piano si forma l’identità, la capacità di avere un’immagine di sé. Le conquiste si raggiungono all’interno dei rapporti che il bambino ha con il mondo che lo circonda. Con i genitori e la famiglia in primis, poi con la maestra d’asilo e i compagni.
Formare giorno dopo giorno la propria identità consente di affrontare la paura che si avverte man mano che si scopre di più il mondo. Servono modelli positivi, indicazioni, sostegno per far sì che l’IO si sviluppi pienamente e in modo costruttivo. Può accadere, però, che eventi traumatici infliggano ferite profonde durante la costruzione dell’identità. Ferite che non sempre si rimarginano e rimangono dentro di noi per influenzare il nostro comportamento, le decisioni, la personalità anche in età adulta.
Le frasi campanelli d’allarme del passato che influenza il presente
Esperienze traumatiche vissute durante l’infanzia determinano la tendenza a volersi proteggere da situazioni analoghe nel futuro. Lo disse Sigmund Freud per spiegare alcuni comportamenti dell’adulto partendo dal bambino di ieri.
Le ferite emotive difficilmente passano. Lasciano un trauma psicologico che apparentemente può non essere colto. Serve un’indagine più profonda per rilevarlo e spiegare, così, alcuni comportamenti o emozioni. La mancata consapevolezza di aver vissuto un’infanzia traumatica porta ad essere adulti problematici, bloccati nella sensazione che manchi qualcosa. Si incolpa sé stessi per come si è non sapendo che dietro c’è un trauma non risolto. Come scoprire se si è legati inconsapevolmente al passato? Facendo attenzione ad alcune frasi che si ripetono spesso.
- Non ho avuto un’infanzia, non ricordo nulla di quando ero piccolo. L’assenza di narrazione coerente mina l’identità dell’adulto mancando un pezzo della propria vita.
- Mi sento come se mi mancasse qualcosa. L’adulto di oggi traumatizzato nell’infanzia tende a disconnettersi dalle aree sensibili per compensare la sofferenza emotiva. Ci si concentra su alcune aree specifiche abbandonando delle altre, da qui la sensazione di vuoto soprattutto nelle relazioni interpersonali.
- Sento di non valere. Pensare a me stesso mi fa sentire male. Tutto nasce dal trauma legato a persone significative. Leggersi dentro significherebbe ricordare esperienze dolorose, ricostruire l’IO, dover affrontare i problemi del passato. Scollegandosi da tutto questo si pensa di vivere meglio ma in realtà si va incontro a comportamenti autodistruttivi.
- Attiro persone sbagliate. La realtà è che si cercano persone da adattare alla propria identità traumatica. Si entra in un loop di ri-traumatizzazione ripetendo il passato. Da qui la scelta di affiancarsi a individui violenti, narcisisti, emotivamente instabili per salvarli, sistemare le cose.
Come superare il passato? Accettandolo ed elaborandolo e capendo che oggi si è al sicuro, non più bimbi spaventati ma adulti che sanno difendersi. Se la prima costruzione dell’IO si è rivelata complicata bisogna concedersi una seconda possibilità.