Lo spettro della disoccupazione di massa per il genere femminile non è poi così lontano dalla realtà come si potrebbe immaginare.
L’Intelligenza Artificiale è già oggetto di ampio dibattito, nonostante sia entrata “in punta di piedi” nelle nostre vite e ad oggi sembri “innocua”. Ma le implicazioni di un suo sviluppo sono davvero molteplici, e le donne potrebbero farne le spese più di altri.
Tutti stiamo usando certamente ChatGPT per qualche scopo, ludico quantomeno, ma forse non siamo completamente consapevoli dei rischi che può comportare un allargamento delle sue funzionalità.
Dagli Stati Uniti arriva un report che predice uno scenario davvero sconvolgente, e la brutta notizia è che il fenomeno potrebbe espandersi in tutto il mondo, seppur con dinamiche differenti. Ecco perché secondo alcuni esperti le lavoratrici donne rischiano di “rimanere a casa”.
Disoccupazione di massa delle donne, ecco cosa potrebbe scatenare la IA
Dobbiamo tristemente ammettere che, nonostante viviamo in una società moderna, le donne soffrono ancora di ampie discriminazioni, anche sul luogo di lavoro.
La pandemia, poi, ha fatto rimpiombare nell’incubo molte famiglie a causa della chiusura di attività e aziende, e le donne hanno sofferto maggiormente l’isolamento, o la “costrizione” dello smart working contemporaneamente al dover prendersi cura dei figli rimasti fuori dalle scuole.
Nonostante ormai la pandemia sia finita da un po’, i livelli di occupazione lavorativa femminile non sono tornati come prima. Inoltre oggi incombe un nuovo pericolo per l’indipendenza femminile: l’avanzata della IA.
Secondo uno studio, effettuato da un team della Kenan-Flagler Business School dell’Università della Carolina del Nord, l’80% delle donne che lavorano potrebbero vedersi “soffiare” l’impiego a causa dell’automazione. Il medesimo rischio, sempre secondo gli esperti, lo corrono anche gli uomini, ma in una percentuale più bassa: il 59%.
Non siamo di fronte ad uno stereotipo ma a qualcosa di meramente tecnico: ancora oggi vi sono lavori che sono eseguiti in maggioranza dalle donne e altri tipi di lavoro che vengono svolti dagli uomini.
Pensiamo soprattutto, per quanto riguarda il settore femminile, ai comparti dell’assistenza, della scuola e dell’educazione. Il problema è che sarà molto più facile automatizzare alcuni lavori (come quelli d’ufficio, segreteria eccetera) piuttosto che quelli come il carpentiere, l’elettricista o altri lavori manuali/agricoli, che attualmente vengono svolti dagli uomini.
Sempre secondo la ricerca sopra citata, infatti, ci sono concreti pericoli per alcuni impieghi ad oggi ricoperti dalle lavoratrici donne nei seguenti comparti:
- ufficio e supporto amministrativo;
- operatori sanitari e tecnici;
- istruzione, formazione e biblioteca;
- supporto sanitario;
- comunità e servizi sociali;
- tempo libero, ristorazione.
Al momento, fanno notare gli esperti, non siamo ancora in grado di sostituire – ad esempio – un’infermiera che solleva un anziano o mette una flebo, ma presto i calcolatori potrebbero esaminare miliardi di dati per diagnosticare una malattia, magari tramite i dispositivi indossabili.
Le IA, però, continuano ad essere addestrate (da lavoratori umani, notiamo bene) ed è ragionevole presumere che non ci metteranno molto a colmare i gap che le collocano ancora lontano dalle emozioni umane. Ecco che i rischi ci sono e forse non ci rimane altro da fare che inventare qualcosa per tutelare le nostre peculiarità e di conseguenza anche il posto di lavoro.