Nato come videogioco per i bambini, adesso permette la condivisione e la creazione di contenuti spinti per adulti: fate attenzione ai figli.
Sono passati i tempi in cui i videogiochi erano un divertimento esclusivamente riservato ai bambini. In realtà non è mai stato veramente così, visto che sin dagli albori di questo media ci sono stati contenuti adulti e tipologie di gioco che poco aderivano all’età infantile. Tuttavia fino alla prima metà degli anni ’90, erano pochi gli adolescenti e gli adulti che continuavano a videogiocare superata una certa soglia d’età.
I primi a superare il limite sono stati i nati negli anni ’80, ovvero coloro che hanno vissuto sulla propria pelle l’esplosione del mercato videoludico e la sua evoluzione verso l’età matura, quella che stiamo vivendo tutt’ora. A questo fenomeno si è ovviamente legato un ampliamento della platea di utenti ed una maggiore diversificazione dei contenuti proposti.
Adesso infatti ci sono prodotti studiati appositamente per una fascia d’età, un target di mercato, una differenziazione che aiuta sia i più piccoli ad appassionarsi a questo mondo sia i genitori a scegliere il contenuto adatto per il figlio in base alla sua età.
Roblox avrà anche contenuti spinti per adulti
C’è però un problema che è sorto in quest’ultimo periodo. Sempre più giochi vengono sviluppati in modo continuativo e invece di avere un periodo di vita limitato, vengono aggiornati costantemente nel corso degli anni. Questo genere viene si chiama Game as a service (Gaas) e incolla l’utenza ai propri server per anni e anni, nei migliori dei casi rimangono per decenni popolati da utenti (WoW e Fortnite sono i casi più illustri).
Spesso i server di questi Gaas sono popolati da utenti molto giovani. Soprattutto perché essendo gratuiti (nella maggior parte dei casi) non devono passare necessariamente dall’approvazione di bilancio fatta dai genitori. La lunga durata di questi servizi, dunque, comporta che alcuni degli utenti della prima ora crescano insieme al gioco e che dunque possano sviluppare gusti differenti.
Gli sviluppatori sono dunque portati a diversificare la propria opera per non perdere appeal. L’ultimo caso di maturazione di un videogame inizialmente pensato solo per i più piccoli è quello di Roblox. Parlare di videogame in questo caso è riduttivo, visto che di fatto si tratta di una piattaforma sulla quale gli utenti possono creare un videogioco (un po’ come Dreams di Sony, per intenderci).
Fino ad oggi i contenuti che l’utenza poteva creare si fermavano a tematiche e tipologie etichettabili come 13+, ovvero adatte ai bambini e ai preadolescenti. Il successo di Roblox però continua e parte dell’utenza che ha cominciato ad utilizzarlo quando era più piccolo adesso ha un’età compresa tra i 17 ed i 24 anni.
Il timore è che anche gli utenti più piccoli possano fruire di questi contenuti più adulti, ma la società assicura che l’accesso a questa versione adulta di Roblox sarà concessa solamente a chi potrà dimostrare di avere compiuto almeno 17 anni.
Non viene spiegato però quale sia il filtro applicato, dunque non è possibile sapere se si tratta solo dell’inserimento della data di nascita (strumento chiaramente inefficace sul web) o se sarà necessario presentare una prova concreta (un documento?).