Quando si parla di Tfr per il lavoratore a fine attività ci sono due possibilità per ottenerlo ovvero in azienda o in fondo pensione. Qual è la più conveniente e dove è prevista tassazione?
Con Tfr si fa riferimento al trattamento di fine rapporto ovvero a somme di denaro che il lavoratore matura nel corso del rapporto lavorativo e che, dunque, spettano a lui al termine della sua attività. Vi sono due possibilità ma solo sei mesi di tempo (da quando il rapporto lavorativo viene instaurato) per stabilire se lasciare il Tfr in azienda oppure se versare le somme su un fondo pensione integrativo. Molti dunque si domandano, anche dal punto di vista della relativa tassazione, quale sia la scelta più conveniente tra le due possibilità.
Il Tfr è composto da una certa quota della retribuzione lorda che annualmente va ad accumularsi creando una sorta di extra capitale che normalmente può essere richiesto in anticipo soltanto in casi limitati e comprovati da specifiche esigenze da parte del lavoratore. Nella stragrande maggioranza dei casi lo si riceverà invece al momento del pensionamento. E, qualora si opti per il fondo pensione integrativo, si riceverà un importo integrativo che varierà in base al quantitativo di denaro devoluto nell’arco degli anni.
Tfr, attenzione alla tassazione: quanto si paga al termine dell’attività lavorativa
Cosa succede qualora entro i sei mesi dall’assunzione non venga presa una decisione in merito al Tfr? In quel caso, qualora l’azienda abbia un numero di dipendenti superiore a 50, verrà devoluto in automatico al Fondo pensione negoziale previsto dal CCNL o contratto aziendale. La riforma Dini, legge 335 del 1995 meglio nota come riforma del sistema pensionistico nonché con l’introduzione del sistema contributivo al posto di quello retributivo ma anche con il lavoro che si è fatto via via sempre più precario e la discontinuità dei rapporti di lavoro che non consentono di maturare importi mensili soddisfacenti, avere un fondo pensione può rappresentare un valido supporto.
Infatti le pensioni stanno progressivamente riducendosi e in molti casi non consentono al pensionato di soddisfare tutte le sue necessità basilari nell’arco del mese. La pensione integrativa è una possibile soluzione e, dunque, anche la costituzione attraverso il Tfr di un fondo pensione. Chiaramente esso è soggetto ad una tassazione ma volutamente agevolata, allo scopo di favorire la sottoscrizione di questa tipologia di fondi.
Tassazione Tfr in azienda o con fondo pensione
Vediamo dunque quali sono le differenze di tassazione qualora il Tfr venga lasciato in azienda o meno. Nel primo caso la rivalutazione è dell’1,75% alla quale va ad aggiungersi il 75% del tasso di inflazione. Per fare un esempio in caso di inflazione dell’1% si avrà una rivalutazione totale dell’1,75 + 0,75%. L’aliquota della tassazione è invece stabilita in base alla fascia di reddito media degli ultimi cinque anni di lavoro e va dal 23% in su.
Nel caso del fondo pensione è prevista una tassazione del 12,5% dei rendimenti durante la gestione qualora derivino da Titoli di Stato oppure del 20% qualora derivino da altri impieghi. Negli altri casi è solitamente al 26%. Si passa poi alle prestazioni finali in forma di rendita e di capitale: in questo caso si ha una tassazione del 15% ma per ogni anno di permanenza nel fondo andrà riducendosi dello 0,30% con la possibilità di arrivare fino al 9%. Dunque nettamente più conveniente rispetto al Tfr lasciato in azienda.