Non solo WWDC di Apple. PWM Dimming ad alta frequenza si sta imponendo e potrebbe passare da pochi a molti.
Il mese di giugno è iniziato nel segno di Apple. E non potrebbe essere altrimenti visto l’attesissimo WWDC23, quella convention annuale che quest’anno è stata caratterizzata in primis dal lancio del visore Vision Pro, per molti il computer del futuro, ma per adesso un dispositivo per pochi visti i 3500 dollari che bisognerà spendere in un immediato futuro per acquistarlo. Ma c’è anche qualcos’altro fuori dall’ecosistema a forma di Mela. E riguarda gli smartphone Android.
Ha piacevolmente fatto discutere l’Honor Magic 5 Pro, uno smartphone cinese, originariamente di proprietà di Huawei, colosso di Shenzhen: tripla camera principale con sistema AI honor Falcon, batteria ultra-potente da 5100 mAh, 5G naturalmente, con un punteggio di 151 si è posizionato al top della classifica DXOMARK grazie alle sue prestazioni bilanciate e consistenti in tutte le principali caratteristiche.
Uno smartphone di fascia alta, con un’ottima qualità dell’immagine in tutti i livelli, le prestazioni dello zoom hanno conquistato tutti, mostrando miglioramenti evidenti rispetto al modello precedente, che già era stato il miglior dispositivo lanciato da Honor. Ancora una volta, però, a fare la differenza, è stato quel display OLED da 6.81″. Riecco dunque in auge il PWM Dimming a 2160 Hz: di che si tratta?
Una delizia per i nostri occhi e le nostre dita
Innanzitutto è una delle sigle emergenti nel panorama degli smartphone di nuova generazione, perché unisce l’utile di una difesa per in nostri occhi, al dilettevole di un display stellare, che vanno ben oltre i normali display LCD, che utilizzano la retroilluminazione e hanno una propria fonte di luce.
I display OLED alzano l’asticella in quanto riproducono anche colori sorprendenti, con neri più profondi. Ed è proprio qui che sta acquistando sempre più popolarità il PWM Dimming. PWM in realtà sta per modulazione dell’ampiezza dell’impulso. Ed è una delle tecnologie di oscuramento del display ampiamente utilizzate sul mercato.
Come suggerisce il nome (PWM è l’acronimo di Pulse Width Modulation, ossia modulazione di larghezza d’impulso), questa tecnologia consente la variazione della luminosità del display, senza però affaticare la vista. Come?
Per gestire la luminosità di un pannello ci sono essenzialmente due modi. Nel primo caso si va a regolare in pratica la densità di corrente che passa attraverso ogni singoli pixel, emettendo così un po’ meno luce, per abbassare la luminosità generale di un pannello (quello che in gergo è conosciuto come DC Dimming) ma con il rischio di perdere la qualità dell’immagine.
Nel secondo sostanzialmente si va ad accendere e spegnere molto velocemente il pannello stesso in modo da “ingannare” il nostro cervello: vedremo uno schermo un po’ meno luminoso, ma in realtà è stata aumentata la sua frequenza. PWM Dimming, appunto. Più viene aumentata la frequenza (come nell’Honor Magic 5 Pro che l’ha portata a 2160 hz) minore sarà l’affaticamento dei nostri occhi. E di questi tempi di abuso di smartphone non è certo un piccolo particolare.