Reddito di Base per tutti: con la crisi può arrivare la salvezza al posto di RdC

Le discussioni politiche sul reddito di base non avvengono solamente nel nostro Paese, anzi anche oltralpe sono in essere ampie polemiche.

Il reddito di cittadinanza, in Italia, è destinato praticamente a scomparire; ma le cause che determinano la povertà e l’assenza di lavoro, invece, sembra che continuino a sussistere. E per come stanno andando le cose, potrebbe andare anche peggio.

differenze reddito di base e di cittadinanza
Il reddito di base universale non decolla – Internet.Tuttogratis.it

Di crisi si parla ormai da tempo, e non soltanto nel comparto economico; la pandemia ha scoperchiato tutti i punti deboli della nostra società e anche se può sembrare difficile sta succedendo anche nel resto d’Europa.

Un barlume di speranza, però, ci arriva dalla consapevolezza politica, che teme una “tempesta perfetta” per quanto riguarda le criticità. In quel caso, allora, le idee (dei premier europei e anche dei cittadini) potrebbero cambiare.

Redito di base per tutti? All’estero, come in Italia, stanno vagliando tutte le possibilità

Il reddito e la pensione di cittadinanza, in Italia, per un po’ hanno funzionato nonostante le criticità in alcuni punti, che con una volontà politica mirata sarebbero potute scomparire.

povertà e reddito di base universale
Se diventeremo tutti più poveri forse il reddito di base arriverà – Internet.Tuttogratis.it

Il nodo principale per cui il pensiero di un reddito economico di base accessibile a chiunque non decolla è certamente culturale.

In Svizzera, ad esempio, è dal 2016 che si tenta di avviare un progetto del genere, ma alla fine le parti coinvolte votano sempre contro.

Anche in Svizzera, come nel nostro Paese, c’è in primis molta confusione tra i cittadini, che notano poco le differenze tra un reddito di cittadinanza (che dovrebbe aiutare chi è senza un lavoro) e il reddito universale (che sarebbe rogato incondizionatamente a tutti); ciò perché la credenza diffusa è che chi non lavora non meriterebbe di vivere “alle spalle della comunità“.

Non dimentichiamo, poi, che c’è un concetto molto radicato in tutte le culture che non accenna a scomparire: il lavoro non retribuito come “cosa normale”; pensiamo al volontariato ma anche e soprattutto alle mansioni delle donne che si prendono cura dei figli o degli anziani, per cui non è riconosciuto né alcun compenso economico né l’accumulo di contributi a fini pensionistici.

Le cose, però, stanno cambiando – e non è una bella notizia – perché, come accennato poco sopra, la pandemia, la guerra in Ucraina, l’inflazione e la crisi energetica stanno generando sempre più poveri. Le aziende falliscono, le persona perdono il lavoro, il potere d’acquisto diminuisce.

Se l’andamento proseguirà su questa direzione, la concezione dei cittadini e delle parti politiche potrebbe davvero cambiare. Con molti più poveri, non si andrebbe a giudicare chi non ce la fa a garantirsi una vita dignitosa.

A quel punto i Governi avrebbero in mano tutto ciò che serve per attuare un cambiamento radicale, anche per quanto riguarda il trovare le risorse economiche. Ma, come detto, dovremmo attendere di essere diventati tutti molto più poveri. Il che non è certo da augurarsi.

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