Google in queste ore ha deciso di rimuovere dal suo Play Store un’applicazione a dir poco controversa: già aveva milioni di download.
Non finiscono mai i controlli di Google sul suo store digitatale. In queste ore infatti la Big G ha voluto eliminare dal Play Store un’applicazione a dir poco controversa. Già erano milioni gli utenti che l’avevano scaricata nonostante l’app si presentasse con un nome a dir poco riluttante. Scopriamo quindi i motivi dell’eliminazione da parte del colosso di Mountain View.
Sono sempre tantissimi i controlli d Google sui servizi che offre agli utenti. Spesso può capitare che gli sviluppatori elimino delle applicazioni dal Google Play Store puramente per questioni di sicurezza. Infatti dietro a delle app innocenti potrebbero esserci sempre dei malware o spyware pronti a colpire gli smartphone. Adesso però la Big G ha eliminato un app per un motivo inedito, ma che ha scatenato tantissima indignazione sul web.
Google ha quindi rimosso dal suo app store un gioco estremamente controverso. L’app, che consentiva ai giocatori di “comprare e vendere” personaggi di colore, è stata lanciata da Magnus Games il 20 aprile. Prima della denuncia dei media locali, diversi utenti avevano scaricato l’applicazione. Tutto ciò è accaduto in Brasile, un paese che sta ancora cercando di confrontarsi con il suo retaggio di schiavitù, che venne abolita solamente nel 1888.
Google, rimossa un’applicazione definitivamente: inneggiava alla schiavitù
Google ha quindi rimosso dal Play Store l’applicazione ‘Slavery Simulator‘. Nella descrizione del gioco, lo sviluppatore vantava la possibilità per gli utenti di “scambiare, comprare e vendere schiavi”. Consentiva anche ai giocatori di infliggere varie forme di tortura ai personaggi di colore. Gli utenti quindi potevano anche liberare i personaggi schiavi o “usare gli schiavi per il proprio arricchimento.
Al momento della sua rimozione, il gioco aveva un punteggio di quattro su cinque stelle. Gli utenti dei social media in Brasile hanno espresso la rabbia per il gioco e diversi politici di spicco hanno esortato le autorità a imporre un alto standard alle aziende tecnologiche.
L’ufficio del Pubblico Ministero del Brasile ha dichiarato di aver aperto un’indagine su come il gioco, chiamato Simulador de Escravidão in portoghese, sia stato autorizzato a essere inserito sul Google Play Store, secondo quanto riportato dai media locali.
Nel frattempo, il Ministero per l’uguaglianza razziale del Brasile ha dichiarato di aver organizzato un incontro con Google per contribuire a sviluppare politiche di moderazione dei contenuti “razzisti”. Ha aggiunto che gli sviluppatori saranno ritenuti legalmente responsabili.