Apple si ritrova con la parola fine riguardo una serie di prodotti che molti utenti avevano più volte lamentato essere difettosi ma che la società non sembrava ancora pronta ufficialmente a riconoscere come un problema di progettazione e non come una novità assoluta.
Uno degli aspetti su cui si gioca la partita della tecnologia è anche quello del design. E probabilmente ancora non è sorto nessun rivale serio ai designer che si occupano dei prodotti di Apple. Al punto tale che sono invece tanti i device, di qualunque tipo, forma e dimensione, che ricordano in maniera più o meno eclatante e più o meno al limite del plagio proprio i device della casa con la mela.
Ma, come si direbbe in questi casi, anche i migliori ogni tanto falliscono e la società e adesso è stata riconosciuta colpevole da un giudice e costretta quindi innanzitutto ad ammettere, per vie traverse e senza dichiarazioni, di aver sbagliato nel design di uno dei suoi device di punta e soprattutto a dover risarcire gli utenti che si sono lamentati pubblicamente con la società.
Per gli utenti, oltre 80 mila che hanno già fatto richiesta di risarcimento c’è ora in arrivo un rimborso pari a circa 120 euro con alcuni che potrebbero ricevere anche quasi 400 euro di indennizzo. Il calcolo esatto del risarcimento deriva sostanzialmente da quanti interventi di riparazione l’utente è stato costretto a fare per tornare a utilizzare il device in questione.
Apple produce prodotti difettosi, la condanna del giudice
Per quanto gli ingegneri e i progettisti della casa della mela possano essere all’avanguardia, anche loro a volte sbagliano. Non avrebbe senso altrimenti uscire una volta all’anno con un nuovo device, o con aggiornamenti periodici alle interfacce utente, limando qui e là per migliorare il rapporto degli utenti finali con gli oggetti tecnologici. Stavolta però la conferma giuridica che non tutte le ciambelle di Apple riescono col buco è anche un piccolo terremoto.
Tutto ruota intorno a uno dei prodotti più costosi tra quelli prodotti dalla Mela. Il MacBook. L’equivalente di Apple dei laptop con specifiche fantascientifiche, design ergonomico e bellissimo e tutta una serie di fiocchetti che dovrebbero in qualche modo giustificare il cartellino del prezzo. Ma i MacBook venduti tra il 2015 e il 2019 ovvero prima che uscisse il modello Pro da 16 pollici, hanno sofferto tutti di un guizzo di ingegno dei progettisti che si è trasformato in un vero e proprio incubo: la tastiera butterfly.
Sotto la tastiera i designer avevano deciso di cambiare il modo in cui i tasti venivano usati per premere sul sensore che doveva poi produrre la lettera a schermo, abbassando anche i tasti fino quasi a trasformarli in un touch pad gigante. un cambiamento che nonostante l’aspetto molto stiloso ha nascosto una serie di problemi che sono poi emersi quando i MacBook hanno iniziato a essere utilizzati nella vita reale dove polvere, sporco di ogni tipo, peli di animali si infilano anche nel più stretto dei pertugi.
Per questo motivo erano iniziati i programmi estesi di riparazione quando Apple aveva finalmente capitolato e ammesso che forse la butterfly non era proprio la tastiera perfetta. E non era perfetta al punto tale che, a partire dai nuovi MacBook del 2019, si era tornati alla tastiera classica, senza insetti volanti sotto.
Ulteriore riconoscimento del danno che l’alzata di genio dei progettisti Apple ha provocato è adesso quello che arriva dal giudice federale della California che ha riconosciuto invece la società colpevole e che la costringe a risarcire gli utenti che hanno dovuto mandare in riparazione i propri MacBook proprio a causa dei problemi di progettazione della tastiera.
