Mai dare tutto per scontato nel mondo tech: tante app che sfruttano il microfono e mettono a rischio privacy il nostro smartphone.
Cyber criminali e hacker, ma anche semplice spioni a cui piace ficcanasare nelle vite altrui, ci sguazzano col nostro dare tutto per scontato. E’ un po’ come nel caso delle truffe.
Il metodo è sempre lo stesso, sappiamo il modus operandi degli attori delle minacce, ma diamo tutto per scontato: clicchiamo su un link che a osservarlo bene è farlocco, aprendo la porta all’entrata dei cyber-criminali nella nostra vita e, soprattutto, sui nostri conti. Stessa cosa con le app, scaricarle è qualcosa di scontato, automatico, talmente facile che si potrebbe fare a occhi chiuso: sbagliato! Sbagliatissimo.
Ci sono delle applicazioni, infatti, che ti ascoltano attraverso il microfono, anche se spento. Può sembrare strano, ma è così. Un interessante report dell’University of Wisconsin-Madison lancia un alert recepito perfino dal Garante italiano e getta ombre su tutte quelle applicazioni diventate parte integrante della nostra vita.
Sì, perché dalla scoppio della pandemia da Coronavirus, l’utilizzo delle video-call (di lavoro, per lavoro remoto, smart-working, telelavoro, senza dimenticare quelle classiche per piacere) si è elevato in maniera esponenziale. Una grande svolta, certo. Ma attenzione, perché dietro a tutte le app che utilizzano il microfono, si cela un gravissimo pericolo per la nostra privacy e sicurezza.
Il fenomeno del microfono spento-acceso
Kassem Fawaz, esperto di privacy online, assistente professore di ingegneria elettrica e informatica presso l’Università del Wisconsin-Madison, nonché autore dell’interessantissimo report ha scoperto con l’ausilio del dottorando Yucheng Yan, il cosiddetto fenomeno del microfono spento-acceso”.
Hanno provato molte diverse applicazioni di videoconferenza sui principali sistemi operativi, tra cui iOS, Android, Windows e Mac, controllando se le app accedevano ancora al microfono quando era disattivato. A sorpresa, era proprio così. Lo studio di Kasse Fawaz e dei ricercatori dell’Università del Wisconsin-Madison, i cui risultati complessivi verranno rivelati al prossimo Privacy Enhancing Technologies Symposium di luglio, è stato condotto su 223 utenti di app di videoconferenza, chiedendo loro come comprendono la funzione del pulsante di disattivazione dell’audio e come pensano che dovrebbe gestire i dati audio.
Mentre i partecipanti erano divisi sul fatto che pensassero che le applicazioni di chat stessero accedendo ai loro microfoni quando erano disattivate, la maggior parte credeva che le app non dovessero essere in grado di raccogliere dati mentre erano disattivate. Nella stragrande maggioranza dei casi, quando si disattiva l’audio, queste app non rinunciano all’accesso al microfono. Il che vuol dire che quando sei disattivato, queste app continuano a raccogliere dati, con buona pace della nostra privacy.
