Android è il sistema più utilizzato al mondo, un leader anche nelle app dannose. La più pericolosa è stata tolta. O forse non del tutto?
Un fetta di mercato attestatasi, secondo gli ultimi dati, al 70,98% sul totale degli smartphone esistenti, a quota 49,19% per quanto concerne i tablet, contro iOS, rispettivamente, al 28,41% e il 50,68%. Numeri che non c’entrano nulla con la qualità e la credibilità sulla migliore esperienza riguardante il top dei sistemi operativi, ma che aprono inevitabilmente un mondo.
Sì, perché se da un lato il sistema operativo identificato con il Robottino Verde esprime la forza propria di quella di milioni e milioni di utenti che l’utilizzano, dall’altro ne mettono in evidenza il suo lato oscuro.
Android è il sistema operativo più utilizzato, ma inevitabilmente quello più soggetto a virus, malware, codici dannosi, chiamateli come volete. Android è il sistema operativo meno sicuro. Lo dicono i tanti problemi di funzioni che ha costretto, e sta costringendo, Google a rilasciare continue patch. Lo confermano la quantità enorme di applicazioni dannose. Una su tutte.
Una minaccia terrificante
Dall’Inghilterra, più specificatamente dalle colonne del Mirror, una rivelazione importante: Google ha dovuto vietare un’altra popolare app per Android: “eliminala oggi o affronta una minaccia terrificante”. Le parole forti utilizzate dal credibile quotidiano britannico, hanno un perché. E non sono solo a effetto.
Gli utenti Android che hanno installato l’applicazione popolare dal Play Store di Google sui propri telefoni potrebbero rimanere scioccati nello scoprire di cosa è capace. I ricercatori di sicurezza di ESET hanno scoperto che il software – che è stato scaricato circa 50.000 volte – è in grado di attaccare gli utenti.
Può inoltre tracciare la loro posizione, rubare messaggi di testo e persino registrare conversazioni private tramite un bug chiamato AhMyth RAT. È chiaramente uno sviluppo molto preoccupante, motivo per cui Google si è affrettato a bandirlo dal Play Store.
L’applicazione, chiamata iRecorder – Screen Recorder, ha utilizzato una tattica intelligente per infettare i dispositivi e aggirare le rigide regole di sicurezza di Google. Quando l’applicazione è stata aggiunta per la prima volta al Play Store nel 2021, non conteneva malware per il furto di dati, motivo per cui è stata autorizzata a comparire.
I truffatori hanno aggiunto il bug all’app in un secondo momento, anche coloro che l’avevano già installato sono stati presi di mira da un aggiornamento inviato ai dispositivi. Gli update delle app sono una caratteristica comune sui telefoni ed è probabile che molti sfruttati avrebbero scaricato la patch, senza rendersi conto di cosa fosse capace. Questo è Android: tutto e il suo esatto contrario.