Stanno per arrivare dei seri controlli da parte dell’Inps per coloro che percepiscono questo assegno mensile. Chi rischia riduzione o revoca.
Inizia a diffondersi una crescente preoccupazione tra i cittadini a seguito delle notizie riguardanti un imminente aumento dei controlli da parte dell’INPS.
Coloro che ricevono un assegno mensile particolare temono di essere sottoposti a accertamenti che potrebbero avere conseguenze significative sulla loro situazione finanziaria. Questi accertamenti rischiano di cambiare radicalmente le prospettive di coloro che dipendono da questo assegno. Nel resto dell’articolo, esamineremo in dettaglio le situazioni in cui si potrebbe rischiare la riduzione o la revoca di questo specifico assegno, fornendo ai lettori una panoramica completa delle possibili implicazioni che potrebbero verificarsi.
In arrivo i controlli dell’Inps per questo assegno mensile
L’INPS ha avviato i controlli sulle pensioni ai superstiti dei pensionati del regime pubblico (ex-INPDAP). L’istituto sta verificando le entrate dei beneficiari relativamente all’anno 2020 e, a partire dal prossimo mese di agosto, procederà al recupero di eventuali importi indebiti. I dati dell’Agenzia delle Entrate sono stati incrociati per effettuare queste verifiche, come annunciato nell’ultimo messaggio 1710/2023 pubblicato dall’INPS. Ma vediamo nel dettaglio che cosa comportano questi nuovi controlli dell’Inps e a cosa fare attenzione.
Sono stati effettuati controlli sulle entrate dei beneficiari della “pensione ai superstiti” appartenenti al regime pubblico. L’INPS ha acquisito le informazioni fornite dall’Agenzia delle Entrate, compresi i redditi di pensione presenti nel casellario centrale dei pensionati, al fine di condurre queste verifiche. I controlli si sono basati sui redditi dichiarati nel 730/CU/Redditi 2020 (anno 2019) e sul casellario centrale per gli anni 2019 e 2020. Nel caso in cui il beneficiario cumuli la pensione di reversibilità con altri redditi aggiuntivi, la decurtazione effettiva della pensione non può superare l’ammontare di tali redditi.
Per recuperare gli importi indebiti, viene effettuata una trattenuta del 20% dell’importo totale della pensione, inclusa l’indennità integrativa speciale, al netto dell’Irpef, in un massimo di 60 rate. Nel caso in cui la pensione interessata non sia sufficiente a coprire il debito e il pensionato riceva anche un’altra pensione pubblica diretta, l’importo residuo verrà automaticamente recuperato da quest’ultima. Il recupero del residuo potrebbe avvenire attraverso avvisi di pagamento pagoPA o mediante trattenuta sulla pensione di una gestione privata, previa consultazione con l’INPS per concordare le modalità. I dettagli del debito e le modalità di recupero vengono comunicati agli interessati tramite una comunicazione dedicata. Entro 30 giorni, il pensionato ha la possibilità di contattare l’INPS e presentare la documentazione necessaria per eventuali rettifiche alla situazione accertata.