Quando spegni la tv lei continua a guardare te: inquietante ma vero | Controlla la marca della tua

In molti si chiedono se la tv che possiedono possa in qualche modo “spiare” i nostri movimenti, azioni o intenzioni. Non è qualcosa di così inverosimile.

La tecnologia ci ha portato tanti vantaggi, comodità e divertimento, ma anche qualche dubbio sulla nostra “sicurezza”, soprattutto se parliamo di dispositivi continuamente connessi.

la tv e i cellulari ci spiano
La sicurezza nel comparto tecnologico non è immune da criticità – Internet.tuttogratis.it

Dapprima i Pc, poi gli smartphone, e adesso anche le tv sono smart, ovvero ci offrono più servizi rispetto a prima grazie al loro collegamento in rete. Qualcuno si è chiesto, vista la natura stessa di questi dispositivi, dotati di microfoni, altoparlanti e webcam, se in qualche modo potessero “ascoltarci”. E forse la realtà supera le più cupe delle fantasie.

È possibile che la tv e gli altri dispositivi elettronici ci guardino? La risposta non dà adito a molti dubbi

Li usiamo quotidianamente giorno e notte, e tramite essi facciamo gran parte delle attività inerenti alla nostra vita: paghiamo bollette e tasse col cellulare, guardiamo le trasmissioni in tv, interagiamo coi Social e coi programmi che lo consentono, e poi effettuiamo operazioni bancarie, acquisti online, giochiamo ai videogiochi, facciamo riunioni di lavoro e molto altro.

Immaginiamoci se tutte queste attività fossero “registrate”, a scopo (quando va bene) di marketing, se non addirittura per perpetrare truffe. Ebbene, purtroppo questa ipotesi non è un incubo o una visione “pessimistica” del nostro utilizzo della tecnologia, ma l’amara realtà.

le connessioni non sono sicure
La rete non è esente da potenziali pericoli – Internet.tuttogratis.it

Poco tempo fa alcuni esperti hanno scoperto qualcosa di inquietante: milioni di dispositivi sono stati infettati da un malware durante la produzione nelle fabbriche di Lemon Group (adesso Durian Cloud SMS). Questi dispositivi (soprattutto modelli low cost) sono cellulari, smartwatch e smart tv, anche destinati ai bambini.

Il malware “guerrilla“, che di fatto è uno spyware, ha un compito ben preciso: mandare al server di controllo e comando della Lemon Group le tracce dei comportamenti degli utenti. In qualche caso, il codice malevolo può leggere i messaggini di WhatsApp, gli SMS; e intercettare le password di Facebook o di altri account.

Com’è intuibile, la mole di dati che il malware riesce a procurare agli interessati è una merce preziosissima. Innanzitutto può essere venduta alle aziende che, individuando le abitudini dei consumatori, invierà proposte commerciali sempre più mirate. Ma questo, sebbene ovviamente discutibile, si verifica nel migliore dei casi.

Nei peggiori, i cyber criminali possono sfruttare le credenziali per sottrarre denaro agli ignari utenti, o servirsi dei loro dati per perpetrare altre truffe, come quelle che tutti conosciamo e che ci arrivano via SMS o via email. Certo non tutti i nostri dispositivi sono “infetti”, ma ciò che è emerso da questa scoperta – e potrebbe essere solo la punta dell’iceberg – dovrebbe metterci in guardia dai pericoli intrinseci della tecnologia.

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