In queste ore è arrivato lo stop al bollo auto, la modifica però non vale per tutti. Scopriamo chi riguarda e cosa cambia per i cittadini.
Il bollo auto è senza ombra di dubbio una delle imposte più odiate dagli italiani, paragonabile solamente al Canone Rai per quanto riguarda il livello di fastidio dei cittadini. Alcune categorie però dovranno smettere di pagarlo. La novità è arrivata nelle ultime ore: cosa cambia per i cittadini italiani.
In queste settimane il Governo sta cercando di ridurre la pressione fiscale sugli italiani. Per farlo ha deciso di intervenire su quelle che sono le fastidiosissime micro-tasse, che ogni anno tolgono somme di denaro dalle tasche dei cittadini. L’ultima tassa finita sotto la lente d’ingrandimento è il ‘Superbollo’. Stiamo parlando del contributo pagato per i possessori di veicoli superiori ai 185 Kw. La tassa in questione costa 20 euro per ogni kw oltre i 185. Il Superbollo comprende auto di lusso, veicoli sportivi supercar e Suv di grandi dimensioni.
Nel caso in cui un cittadino sia possessore di una vettura con una potenza superiore a 250 kW, l’importo da azzerare sarebbe di 1300 euro come riportato anche dal Corriere della Sera. Ad annunciare la novità nelle ultime ore ci avrebbe pensato il vicepremier Matteo Salvini. Secondo l’esponente della Lega eliminare l’odiosa tassa darebbe respiro al mercato e potrebbe sostenere un settore importante come l’automotive. Un’iniziativa che ha trovato anche il consenso dell’Aci che l’ha definita una tassa tanto iniqua quanto inutile. Andiamo quindi a vedere che cosa sta succedendo.
Stop al bollo auto, arriva l’eliminazione per i possessori di Supercar: cosa succede
Il Superbollo non andrebbe giù proprio a nessuno. Infatti secondo Sticchi Damiani questa imposta avrebbe come effetto quello di distorcere e reprimere il mercato nazionale, che d’altra parte può contare su dei marchi prestigiosi e famosi in tutto il mondo. L’abolizione quindi potrebbe riconsegnare libertà nella produzione e nell’acquisto di auto. La riforma potrebbe arrivare nel ddl delega, con il governo che si è dato due anni di tempo per affinarlo.
Questa nuovissima misura potrebbe essere inserita all’interno della riforma fiscale. A determinare cosa si potrà fare o meno però saranno le risorse messe a disposizione, con la prima verifica che si avrà nel mese di giugno con il Nadef a cui seguirà la Legge di Bilancio. Sono diverse le riforme previste tra cui troviamo il passaggio da 4 a 3 aliquote Irpef a partire dal 2024, la riduzione della tassazione per le tredicesime dei dipendenti, interventi per le famiglie ed inffine la natalità.
La delega fiscale però ha trovato l’opposizione di Confindustria. L’organizzazione rappresentativa infatti ha parlato di coperture “poco decifrabili”. La flat tax incrementale così diventerebbe di difficile attuazione. La preoccupazione si estende al taglio del cuneo fiscale e potrà diventare “strutturale”. La revisione delle agevolazioni fiscali potrebbero portare i fondi necessari alle modifiche. Nel mirino potrebbero finire i 226 crediti di imposta che potrebbero portare i fondi necessari per intervenire sull’Irpef.